Per i tre anni di spesa farmaceutica Ssn che vanno dal 2013 al 2015 non c’è pay-back a carico di farmacie e grossisti. E’ quanto scrive l’Aifa nel comunicato diffuso venerdì scorso per notificare le modalità operative per i ripiani degli ultimi tre anni. Il documento, emanato in attuazione dell’articolo 21 del dl 113/2016 (il decreto enti locali, attualmente all’esame della commissione Bilancio della Camera per la conversione in legge) stabilisce che «nulla è dovuto a titolo di ripiano della spesa farmaceutica territoriale in capo alle aziende della filiera distributiva». Le ragioni che spiegano la disposizione differiscono a seconda dell’annualità considerata: per quanto concerne il 2014, farmacie e grossisti non devono nulla perché in quell’anno non si è registrato alcuno sfondamento sulla spesa territoriale, di conseguenza non c’è ripiano da imputare alla filiera. Per quanto concerne 2013 e 2015, invece, l’esclusione dal pay-back di farmacie e distributori si spiega con un passaggio del già citato dl 113/2016: al comma 10 dell’articolo 21, infatti, il decreto stabilisce che l’Aifa determina la quota di sfondamento sulla spesa territoriale a carico della filiera distributiva soltanto se nello stesso anno la convenzionata risulta maggiore dell’anno precedente. Una condizione che non viene rispettata né sul 2013 (quando la spesa ammontò a 8.862 milioni di euro, circa cento in meno rispetto al 2012) né sul 2015, quando la spesa si fermò a 8.477 milioni di euro contro gli 8.598 del 2014. Con questa disposizione, le farmacie private ottengono anche il diritto a vedersi restituite le somme versate l’anno passato per coprire il pay-back del 2013, in ottemperanza a una determina dell’Aifa che Federfarma aveva comunque impugnato davanti al Tar (con un ricorso poi accolto nel gennaio scorso).

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Secondo informazioni raccolte dalla Federazione, l’Agenzia del farmaco avrebbe pianificato la restituzione del dovuto attraverso una rimodulazione – stavolta al ribasso – dello sconto dello 0,64%, in modo da consentire alle farmacie il recupero di quanto versato. Trova definitiva accoglienza, così, la tesi da anni sostenuta nelle sedi istituzionali da Federfarma, ossia che il coinvolgimento delle farmacie nel ripiano di eventuali sfondamenti della territoriale si limita soltanto alla parte rappresentata dalla spesa farmaceutica convenzionata.

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