Fonte: www.farmacista33.it

Sanità, dall’indagine di Kantar Health emerge un’Italia aperta alla tecnologia ma legata al consiglio di farmacisti e medici
Circa il 32% degli italiani si consulta con il farmacista al comparire dei primi sintomi di malessere o malattia non grave, a differenza della media del 19% nel resto d’Europa. Il farmacista è punto di riferimento anche al momento dell’acquisto di un nuovo medicinale per il 58% del campione. Quella che emerge dallo studio “Il futuro della salute”, condotto da Kantar Health, è un quadro di fiducia nell’aspetto consulenziale del rapporto con il farmacista, fattore che porta il 78% degli intervistati a preferire l’acquisto in farmacia a quello online.
La ricerca fornisce dati sul futuro della sanità in Italia, “Paese dove l’aspettativa di vita è la seconda al mondo” e alle prese con la crescente richiesta di trattamenti per la cronicità. Lo studio ha analizzato conoscenze, comportamenti, preoccupazioni e prospettive rispetto alla gestione del proprio benessere in 9 Paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Russia, Serbia, Spagna e Italia). Un campione di 18.010 over 18, dei quali 2.000 nel nostro Paese.

Fiducia nel farmacista e nel medico
Circa il 58% del campione italiano si conferma ottimista sul futuro della salute, sebbene un 20% individui nelle condizioni sociali e nei problemi ambientali un fattore di pessimismo. Lo studio evidenzia poi come il ruolo dei professionisti della salute sia ancora fondamentale: se il 44% consulta Google come fonte informativa, il 71% continua a riconoscere l’imprescindibilità del farmacista e del medico come referenti principali. Il 32% si affida al farmacista ai primi sintomi (rispetto al 19% europeo), il 58% vi fa riferimento per l’acquisto di nuovi medicinali, il 71% lo individua come ragione principale per favorire l’acquisto in farmacia e non online.

Visite via webcam, App e chirurgia robotica
Alta anche la fiducia nella medicina tradizionale, al 66%, riconosciuta nella necessità di ottenere informazioni dettagliate e approfondite che solo un medico può fornire durante una visita. Relazione, quella fra medico e paziente, che potrebbe essere rivoluzionata dalla tecnologia: metà del campione valuterebbe la possibilità di una visita via webcam (soprattutto i più giovani, per malattie minori), il 66% sarebbe disposto a sottoporsi a chirurgia robotica (soprattutto i più anziani). Solo il 29% ricorre ad App e dispositivi indossabili per la salute. Se solo il 17% conosce l’effettiva finalità dei test genetici, l’80% vi si sottoporrebbe comunque se proposto dal medico. Il 42% (maggiormente uomini) si dice favore all’uso di impianti biosensori.

Integratori, automedicazione e stili di vita
Il 75% degli intervistati italiani (a maggioranza femminile) utilizza integratori o farmaci da automedicazione per piccoli disturbi, sebbene il 63% sia favorevole al mantenimento della prescrizione per molti farmaci. Restando in campo farmaceutico, il 90% sostiene di conoscere i farmaci equivalenti, il 12% cosa siano i biosimilari (considerati erroneamente a base di piante dal 22% del campione). In ambito prevenzione, la metà del campione afferma di sottoporsi a screening per tumore al seno, pelle, colon, prostata. Il 51% pratica sport e attività fisica, il 61% cerca di seguire una dieta corretta. Il 79% afferma di cucinare pasti freschi ogni giorno. Desta sempre maggiori preoccupazioni lo stress e il burn out, l’esaurimento da lavoro: il 255 afferma di aver avuto un esaurimento o di essersi sentito prossimo a quello stato.
Sempre più importante in un contesto di crescita della domanda assistenziale, , «approfondire le conoscenze in tema di salute perché le sfide da affrontare sono particolarmente complesse se si desidera operare al meglio per offrire agli italiani un invecchiamento in salute. In linea con il nostro impegno quotidiano verso pazienti e operatori sanitari, questo report ci offre la possibilità di anticipare i bisogni e individuare gli ambiti sui quali è opportuno stimolare informazione e dibattito, per migliorare la gestione della nostra salute, considerando anche le differenze importanti che emergono fra italiani e italiane e fra le differenti fasce di età».