fonte: www.farmacista33.it

Istituzione di una nuova figura professionale nell’area quadri, con il riconoscimento di un differenziale economico, attivazione dell’assistenza sanitaria integrativa e impulso all’ente bilaterale, che può essere anche uno strumento di sostegno al reddito. Sono questi alcuni dei contenuti della Ipotesi di contratto che è stata siglata la settimana scorsa tra Federfarma e le organizzazioni confederali sedute al tavolo della trattativa.

Istituita nuova figura professionale che sancisce possibilità di carriera
Come si ricorderà, l’ipotesi di accordo è stata siglata il 7 settembre, sia per la parte normativa sia per quella economica e sarà valida fino al 2024. Il testo, suddiviso in tre parti, sarà sottoposto al percorso di approvazione sia dell’Assemblea nazionale di Federfarma sia delle sigle confederali. Una prima parte riguarda la classificazione del personale: a partire dal primo novembre, infatti, la categoria dei quadri sarà articolata in tre aree professionali, con l’istituzione quindi di una nuova figura accanto a quelle già esistenti. Come era già previsto nel contratto scaduto, al livello Q1 appartiene il direttore responsabile di farmacia e al livello Q3 il collaboratore con almeno 24 mesi di servizio. Mentre la novità è costituita dal livello Q2, che è attribuibile al farmacista che abbia maturato competenze tecnico professionali, anche tramite la formazione, e che abbia in carico la gestione autonoma e la responsabilità di un ambito della Farmacia dei servizi (per esempio telemedicina, diagnostica di prima istanza, e così via). Tale livello è applicabile anche a chi sia responsabile del coordinamento dei servizi nelle farmacie. La retribuzione base prevede un incremento di 70 euro al mese rispetto a quanto previsto per l’area Q3 (pari anzianità). In un articolo sul Filodiretto, da Federfarma viene rilevato che «sempre nell’ottica della Farmacia dei servizi, eÌ stato concordato di affidare a una Commissione Paritetica il compito di proporre alle Parti soluzioni che implementino e valorizzino le nuove attività che possono essere svolte anche dal farmacista collaboratore e introdurre ulteriori figure professionali nell’ambito del sistema di inquadramento».

Assistenza sanitaria integrativa: per la prima volta nel settore
In merito poi ai servizi legati all’emergenza sanitaria, «per incentivare il personale dipendente e in via del tutto sperimentale eÌ previsto un compenso aggiuntivo non inferiore a 2,00 euro lordi, per ciascuna vaccinazione anti-Covid effettuata dal farmacista, ovvero, in alternativa, su richiesta del lavoratore, un compenso forfettario annuale nella misura di 200 euro lordi». Si tratta di un minimo che in ambito territoriale può essere oggetto di confronto. Tra le altre novità del testo, c’è l’attivazione della assistenza sanitaria integrativa che vede «un contributo pari a 13 euro mensili, per dodici mensilità e non computabile nel Tfr, a carico del datore di lavoro. Il sistema di assistenza sanitaria integrativa dovrà essere operante dal primo gennaio dell’anno prossimo e la Parti dovranno individuare le modalità di erogazione». Si tratta di un istituto che finora non era presente nel comparto. Un altro aspetto, poi, è quello relativo ai permessi retribuiti, che hanno subito una modifica. Tale nodo riguarda i lavoratori che verranno assunti dal primo novembre. Come indicato, per costoro «restano ferme – in quanto previste per legge – le 40 ore di permesso retribuito relative alle festività soppresse», mentre per quanto riguarda «la maturazione delle ulteriori 40 ore di permesso retributivo (Rol)» questa potrà avvenire «al 50%, decorsi tre anni dall’assunzione, al 100% decorsi sei anni dall’assunzione». Per il calcolo degli anni di servizio si tiene conto del lavoro prestato in farmacie diverse.

Antonelli (Cgil): ipotesi di contratto smuove situazioni ferme da troppo tempo
«La firma dell’ipotesi di rinnovo», ha commentato Federico Antonelli, Filcams Cgil, «è arrivata a otto anni dalla scadenza del contratto nazionale, con una trattativa che è stato molto faticoso far partire. Il risultato è il frutto delle forze reali in campo ed è, gioco forza, una sintesi di interessi contrapposti, che, va detto, mai come in questo caso, erano marcati da distanze così ampie. Il settore è, certamente, complesso, in particolare per la sua grande frammentarietà, e il percorso è stato lungo e difficile, ma va anche rilevato che negli ultimi due anni il contesto della emergenza sanitaria ha portato una maggiore visibilità al comparto e, di rimando, alla situazione dei dipendenti di farmacia».

Sanità integrativa, professionalità e Commissione Paritetica sono punti di forza
Nel merito dell’accordo, «ci sono elementi positivi ed elementi più critici, per entrambe le parti, ma, nel complesso, sono state smosse situazioni che erano immobili da tempo. Pensiamo alla sanità integrativa, o, ancora di più, al tema della professionalità, che ha visto, oltre a un riconoscimento economico, la formalizzazione di una possibilità di crescita per il collaboratore». Di rilievo sono poi «tutta quella serie di strumenti che permettono di implementare le relazioni tra le Parti, come i Comitati Covid e l’Osservatorio su salute e sicurezza, e, soprattutto, come la Commissione Paritetica dedicata alla professionalità. Si tratta di luoghi di incontro che, se applicati e fatti vivere, possono portare confronto tra le parti, in un contesto in cui non c’era, e tutela per il lavoratore». Infine, c’è l’aspetto dell’incremento retributivo mensile di 80 euro: «questo sarà fruibile integralmente fin dal primo mese utile, novembre 2021. Spesso, nei rinnovi contrattuali, anche di altri settori, l’aumento viene erogato progressivamente, per arrivare, alla fine del triennio, alla cifra totale. Avere fin da subito la cifra piena è stato un importante punto di mediazione, a fronte, come detto, di rigidità che sono state forti». Ora, «nei prossimi giorni intendiamo spiegare i contenuti e confrontarci su come proseguire insieme questo percorso».