fonte: www.farmacista33.it

Via libera alla ricetta bianca elettronica per i medicinali non a carico del Servizio sanitario nazionale. La novità è contenuta nel Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, licenziato a fine dicembre e pubblicato venerdì in Gazzetta Ufficiale (n. 11 del 15 gennaio 2021). Un provvedimento che, rifacendosi all’Ordinanza della protezione civile del 19 marzo, allarga le modalità di rilascio e trasmissione del promemoria, non solo nel corso della fase emergenziale legata Covid-19, ma anche “a regime”. Con la possibilità per il cittadino di selezionare la farmacia dove si ritireranno i farmaci e l’invito al presidio “laddove possibile, a recapitare i farmaci all’indirizzo indicato dall’assistito”. Una misura che ha aperto il dibattito tra i farmacisti.

Ricetta bianca elettronica: il funzionamento
Se l’obiettivo sembra essere la «semplificazione per l’assistito», il provvedimento è a completamento del percorso avviato da tempo e che ha ricevuto una accelerazione a marzo, nel picco della prima ondata epidemica. In particolare, il Decreto del Mef “Dematerializzazione delle ricette mediche per la prescrizione di farmaci non a carico del Servizio sanitario nazionale e modalità di rilascio del promemoria della ricetta elettronica attraverso ulteriori canali, sia a regime che nel corso della fase emergenziale da COVID-19”, che entrerà in vigore il 30 gennaio, prevede di fatto un percorso analogo alla ricetta SSN.
“Il medico prescrittore (Art. 2) procede alla generazione in formato elettronico delle prescrizioni di farmaci non a carico del SSN, secondo le medesime modalità” della ricetta SSN, “riportando almeno i dati relativi al codice fiscale del paziente, la prestazione e la data della prescrizione, nonché le informazioni necessarie per la verifica della ripetibilità e non ripetibilità”. Anche in questo caso la prescrizione viene “individuata univocamente” e per la ricetta bianca si parla di “Numero di ricetta bianca elettronico (NRBE)”, che viene “assegnato dal SAC, eventualmente anche tramite SAR”.
Il medico, quindi, “rilascia all’assistito il promemoria cartaceo, che, su richiesta del paziente, può essere trasmesso tramite i canali alternativi” già previsti.
Che cosa deve fare la farmacia? “A fronte dell’utilizzo da parte dell’assistito di tale ricetta, la farmacia invia i dati con le medesime modalità” della ricetta SSN. “Il SAC/ SAR verifica le condizioni di ripetibilità della vendita del farmaco”. È prevista la possibilità che “il Mef renda disponibili i dati di invio delle ricette con forme di pseudonimizzazione alle ASL, all’AIFA, al Ministero della salute e alle Regioni, secondo modalità da stabilirsi e su parere del Garante per la protezione dei dati personali”.

Fase emergenziale vs fase a regime: il ruolo della farmacia
Ma qual è il ruolo della farmacia per quanto riguarda la gestione del promemoria? In particolare, in riferimento ai canali, anche alternativi, di invio/ricezione del promemoria, la normativa distingue le modalità a regime (Art. 3) da quelle emergenziali (Art. 4).
Per quanto riguarda la fase a regime, il fulcro è il Fascicolo sanitario elettronico: “l’assistito può accedere al SAC/SAR, con Spid o CNS, in un’area del portale www.sistemats.it”, dove sarà possibile “consultare e scaricare le ricette elettroniche e i promemoria”, ma anche “richiedere l’utilizzo del promemoria dematerializzato selezionando la farmacia” presso cui si vuole andare.
“Il cittadino qualora non fosse dotato di Spid o CNS, può accedere ad un’area libera del portale del Sistema TS inserendo il numero univoco, il codice fiscale e la data di scadenza della tessera sanitaria e svolgere le stesse attività”. A quel punto “il SAC/ SAR invia una notifica alla farmacia prescelta dall’assistito; nel caso in cui i farmaci siano disponibili ed erogabili, la farmacia accetta la richiesta dell’assistito e provvede alla “presa in carico” e alla successiva erogazione dei farmaci; il SAC provvede a darne immediata notifica all’assistito” che ritirerà i farmaci presso la farmacia scelta.

Invio del promemoria in farmacia e l’invito alla consegna al domicilio
Ma, “fino al perdurare dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 (Art. 4), l’assistito che ha ricevuto la ricetta elettronica farmaceutica da parte del medico prescrittore” con le modalità che erano già state previste nell’Ordinanza della Protezione 651/2020 “può inoltrare gli estremi della ricetta alla farmacia prescelta”. Quindi oltre a quanto previsto nella fase a regime, “l’assistito individua la farmacia e le comunica i dati della ricetta elettronica unitamente al codice fiscale riportato sulla tessera sanitaria, secondo le seguenti modalità:
– Via posta elettronica: è possibile inviare in allegato il promemoria, ricevuto dal medico tramite e-mail o estratto dal proprio Fascicolo sanitario elettronico, oppure, indicare il numero di ricetta elettronica e il codice fiscale.
– Via sms o con Applicazione, anche inoltrando il messaggio ricevuto dal medico.
– Via telefono: comunicando alla farmacia il numero di ricetta elettronica, con il codice fiscale. Restano ferme le iniziative per le persone più fragili tramite i servizi telefonici”.
A ogni modo, “la farmacia individuata per l’erogazione del farmaco, imposta la corrispondente ricetta elettronica nello stato di “presa in carico” nel SAC/SAR, e provvede alla erogazione dei farmaci dandone informativa all’assistito per il ritiro. Laddove possibile, la farmacia provvede a recapitare i farmaci all’indirizzo indicato dall’assistito in fase di richiesta telematica di erogazione farmaci.
Sul provvedimento, in particolare sui social, si è aperto il dibattito tra i farmacisti, tra chi sottolinea gli effetti positivi in termini di semplificazione per l’assistito, di tracciabilità dei dati, ma anche di semplificazione delle relazioni con i prescrittori, e chi invece esprime preoccupazioni. Posto che non risultano ancora definite le modalità operative, c’è chi teme una serie di criticità analoghe a quelle riscontrate, sulla sostituibilità per esempio, con la Rev, nonché le difficoltà di una fase di convivenza tra la ricetta cartacea e quella elettronica. Ma a destre perplessità è anche l’ultimo periodo in cui si spinge la farmacia, “laddove possibile”, a recapitare i farmaci al domicilio. Le preoccupazioni sono che il combinato tra la possibilità di scelta della farmacia, applicabile già in sede di prescrizione – elemento che già di per sé ha raccolto i timori di molti – e la possibilità di consegnare a casa, possano favorire realtà già affermate sul web.