fonte: www.farmacista33.it

Il farmacista può contribuire alla raccolta di dati oggettivi e soggettivi dal mondo reale (real-world) correlati allo stato di salute del paziente e alle cure sanitarie ricevute. I patient-reported outcomes (PRO), gli esiti riferiti dal paziente rispetto a un determinato trattamento o alla gestione delle cure sanitarie in generale, hanno una rilevanza sempre maggiore nella valutazione dei costi/benefici dei farmaci, tanto che la raccolta di queste evidenze si sta ampliando.

Anche il farmacista può fare la sua parte in questo ambito, almeno secondo gli esperti riuniti all’Asembia 2022 Speciality Pharmacy Summit, che si è tenuto negli USA agli inizi di maggio. Il farmacista, infatti, può educare i pazienti agli strumenti usati per raccogliere i PRO, presentare le fonti disponibili, arruolare i pazienti nei programmi, oltre che raccogliere direttamente dati oggettivi e soggettivi.

I patient-reported outcome e le evidenze dal real-world
I PRO sono dati dal mondo reale (real-world) correlati allo stato di salute del paziente e alle cure sanitarie a lui fornite. Questi dati sono raccolti di routine da diverse fonti e vanno a braccetto con le real-world evidence, le evidenze cliniche su uso e possibili benefici o rischi di un farmaco derivanti dal suo uso comune, su larga scala. L’importanza di questi dati si evidenzia anche dall’andamento delle politiche sanitarie che si stanno applicando negli ultimi anni. Negli USA, per esempio, nel 2016 è stato siglato il 21st Century Cures Act, finalizzato ad accelerare lo sviluppo di prodotti, che usa i dati dal real-world per valutare le evidenze a supporto dell’approvazione di nuove indicazioni per i farmaci già in commercio.
I PRO, riferiti direttamente dal paziente, sono, dunque, una parte importante dei dati dal real-world e possono essere misurati in termini assoluti, per esempio come gravità di un sintomo, o come un cambiamento rispetto a misure precedenti, e rappresentano fattori chiave, ormai, anche nella ricerca clinica.

Il coinvolgimento il farmacista
I farmacisti possono avere un ruolo attivo nel raccogliere i PRO. Secondo gli esperti americani, questo operatore sanitario può educare i pazienti all’uso degli strumenti usati per raccogliere le informazioni e le fonti disponibili, arruolare pazienti nei programmi, raccogliere dati oggettivi e soggettivi e agire nel breve tempo, implementando le informazioni attraverso tecnologie digitali. Negli USA sono già attivi, per esempio, piattaforme che sfruttano l’intelligenza artificiale, collegate ad applicazioni sugli smartphone dei pazienti, che rimandano a un portale a uso del farmacista. In questo modo, i report sui PRO vengono sintetizzati e riassumono l’esperienza del paziente in modo che il farmacista o qualsiasi operatore sanitario possa averne accesso. Un’altra applicazione, invece, consente ai pazienti di riferire se si sentono meglio o peggio, su base quotidiana.
Includere i PRO ai dati clinici più oggettivi, dunque, può avere significativi benefici e può aiutare a personalizzare le cure, uno step che, secondo gli esperti USA, farà sentire ascoltato e capito il paziente lungo il suo percorso di cura.