fonte: www.pharmaretail.it
In questa fase di profonda trasformazione, ai farmacisti è richiesto un aggiornamento continuo delle proprie competenze. Al di là del necessario e continuo adeguamento sulle tematiche tecnico-scientifiche, è il momento di immaginare percorsi di formazione comportamentale per migliorare le cosiddette soft skill, ovvero le competenze utili a vivere in maniera più soddisfacente e produttiva il ruolo professionale e per potenziare l’efficacia personale, commerciale, relazionale, manageriale.
Per i farmacisti il più grande vincolo al proprio aggiornamento e alla crescita professionale è il tempo. Spesso ci si aspetta che la formazione generi i risultati attesi investendo poco tempo, magari a budget ridotti, perché il team deve tornare al più presto in farmacia. Ma per fare in modo che l’apprendimento sia sufficientemente interiorizzato e si traduca in azioni e comportamenti nuovi e più funzionali, occorre mettere a disposizione la quantità di tempo ed energia necessari. Come conciliare risparmio di tempo ed esigenze formative?
Una soluzione è il modello formativo di “microlearning on the job”, confezionato in pillole da assumersi sul campo, ovvero in farmacia. L’assimilazione veloce di contenuti sintetici e mirati da parte dei farmacisti e l’immediata applicazione al banco genera risultati concreti e duraturi sia in termini qualitativi (reputation della farmacia) che quantitativi (redditività ).
La formazione in pillole sul campo quanto è efficace?
Il training on the job è considerato uno dei migliori metodi di insegnamento per gli adulti, perché il lavoratore impara sul campo e non si limita quindi ad assimilare una serie di nozioni teoriche. La maggior parte dell’acquisizione delle conoscenze e del consolidamento di nuovi e più efficaci comportamenti può e deve avvenire in farmacia. Si mantengono meglio le conoscenze apprese e il coinvolgimento è superiore se si adotta il modello formativo 70:20:10. Questo significa che il team impara di più quando sperimenta il 70% dei contenuti formativi direttamente on-the-job, il 20% attraverso la collaborazione con esperti e colleghi e il restante 10% attraverso i tradizionali metodi di formazione in presenza in aula o webinar. L’assunzione di una breve pillola formativa a giorni alterni, durante il normale svolgimento del proprio lavoro, permette ai farmacisti di non perdere tempo e di mettere subito in pratica al banco le informazioni acquisite, rendendo concreto e performante il percorso formativo. Ecco alcuni esempi:
Pillola indicata per la mancanza di motivazione.
L’importante missione dei farmacisti: aiutare le persone a stare meglio
I farmacisti devono essere consapevoli che la loro missione è quella di aiutare le persone a stare meglio dal punto di vista della salute, del benessere e della bellezza. La farmacia è l’interlocutore di prossimità in grado di aiutare i clienti/pazienti nel percorso di riappropriazione o acquisizione del proprio benessere in sintonia con la definizione di salute data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità ”. I clienti/pazienti devono venire in farmacia perché sanno che il farmacista non si limiterà a proporre il farmaco che cura i sintomi del disturbo di cui soffrono, ma perché li aiuterà a valutare, tramite un colloquio, la situazione individuale, analizzando insieme anche lo stile di vita e fornendo, se è necessario, linee guida di comportamento quotidiano prendendo in considerazione alimentazione, attività fisica, necessità di integrazione, riposo, ecc.
ESERCIZIO. CHE COSA FARO’ OGGI? Guarderò i miei clienti/pazienti con occhi diversi, sarò disponibile all’ascolto e all’aiuto, consapevole che i miei consigli sono molto importanti. Questo mi motiverà ad interessarmi sempre più alle problematiche delle persone e a considerare la mia professione un vitale, essenziale e valido punto di riferimento sanitario sul territorio. Dovrò collaborare di più con i medici di base per l’ampliamento dell’offerta sanitaria extra ospedaliera, verso la quale si dovrebbe, una volta tanto, guardare con maggiore ottimismo. Sarà così che potrò anche combattere la concorrenza agguerrita e rivalutare sempre più la mia professionalità .
Pillola indicata per la difficoltĂ ad uscire dalla propria zona di confort
Abbiamo fatto sempre così: la frase più pericolosa
Più di una volta, a molti sarà capitato di sentir dire o di pronunciare questa frase. Se mantenere le certezze ci dà una certa sicurezza, a volte rifiutare a tutti i costi i cambiamenti fa sfumare occasioni di crescita. Si crede che quel “così” sia la strada più giusta, perché l’abitudine è la scelta migliore per non creare stress e invece molto spesso per evolverci e cambiare abbiamo bisogno di stimoli. La motivazione con il tempo qualche volta viene persa, mentre la curiosità spinge ad andare oltre. Accade, per fortuna, che in farmacia a qualcuno venga un’idea nuova che potrebbe risolvere un problema ritenuto irrisolvibile, facendo guadagnare tempo e risparmiare fatica. Idee simili nascono di continuo ma poche riescono a concretizzarsi semplicemente perché mutare schema, osservare le cose da un nuovo punto di vista, cambiare paradigma è la vera difficoltà .
ESERCIZIO. CHE COSA FARO’ OGGI? Definirò un cambiamento importante che voglio realizzare nella mia pratica professionale, descriverò con precisione l’obiettivo, l’analisi del contesto, da quali esigenze nasce, definendo contenuti e strumenti. Un obiettivo che può riguardare sia il front office che il back office della farmacia. Stabilirò un piano per realizzare il mio obiettivo e lo condividerò nell’ambito della riunione mensile con il titolare/direttore e con i miei colleghi.
La responsabilità della reputazione della farmacia è mia e dei miei colleghi
Per reputazione si intende la considerazione che le persone hanno della farmacia che viene in genere comparata con le farmacie vicine o concorrenti. La reputazione deriva dalla qualitĂ della farmacia e muta, in positivo o in negativo, in seguito a diversi fattori che variano anche a seconda di chi formula il giudizio. I criteri piĂą utilizzati per compiere queste valutazioni sono, in genere, legati ai i seguenti indicatori:
la gentilezza, l’attenzione, l’empatia e l’ascolto, in pratica la capacità dei farmacisti di relazionarsi in modo positivo con il cliente/paziente
la disponibilitĂ immediata dei farmaci e dei prodotti del parafarmaco richiesti
l’atmosfera che si respira nella farmacia sia dal punto di vista dell’ambiente fisico che della relazione tra i componenti del team
la sicurezza
i servizi disponibili
l’assortimento delle marche
i prezzi e le promozioni
Una farmacia che gode di un’ottima reputazione in genere influenza le scelte dei clienti che tendono a preferirla alle altre farmacie e ai canali concorrenti e rappresenta anche una garanzia per l’industria che trae maggior vantaggio nell’investire risorse in una farmacia di qualità .
ESERCIZIO. CHE COSA FARO’ OGGI? Il rischio reputazionale è sempre dietro l’angolo: la fretta, la scarsa comunicazione, un incidente di servizio, le incomprensioni delle richieste dei clienti, la difficoltà a lavorare in squadra con il titolare/direttore e con i colleghi possono spesso danneggiare la fama della farmacia. Da oggi mi sforzerò di ovviare tempestivamente o prevenire questi problemi, avendo consapevolezza che la buona reputazione della farmacia dipende soprattutto dalle persone che vi operano quotidianamente, e che i clienti/pazienti sceglieranno questa farmacia soprattutto per la mia disponibilità e la mia professionalità .
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