Fonte: www.federfarma.it


Dopo mesi di notizie su farmaci in grado di combattere il Covid, la cui efficacia, pero’ in molti casi e’ stata poi smentite dai primi risultati dei test, arriva il via libera ad una terapia con l’uso del remdesivir.


L’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha infatti dato il proprio assenzo (che dovra’ essere ratificato dalla Commissione Europea) all’uso del farmaco e questo ne permettera’ l’immissione in commercio. Il Chmp, che si occupa dei medicinali umani, ha raccomandato dunque l’approvazione condizionata del remdesivir, l’ antivirale studiato inizialmente contro Ebola.
La terapia, spiega il comunicato dell’agenzia, sara’ indicata per il trattamento del Covid-19 in adulti e adolescenti dai 12 anni di eta’ con polmonite che richiede il supporto respiratorio. Il via libera e’ stato dato dopo l’analisi dei dati iniziata lo scorso 30 aprile, molto prima della richiesta ufficiale di Gilead, l’azienda che lo ha sviluppato, che invece e’ arrivata il 5 giugno. La raccomandazione di oggi, spiegano gli esperti dell’Ema, si basa soprattutto sui dati di uno studio sponsorizzato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) su mille pazienti ricoverati con il Covid-19.
“Il Remdesivir e’ stato confrontato con un placebo – si legge nel comunicato dell’Ema – e la prima misura di efficacia e’ stato il tempo di guarigione dei pazienti. Complessivamente lo studio mostra che i pazienti trattati con il remdesivir guariscono in circa 11 giorni, mentre quelli con il placebo in 15. Questo effetto non e’ osservato invece in pazienti con malattie lieve o moderata, che in entrambi i casi hanno un tempo di guarigione di cinque giorni. Per il 90% dei pazienti studiati con malattia grave invece, il tempo di guarigione e’ risultato di 12 giorni contro 18. Tuttavia non sono state viste differenze in quelli che hanno iniziato il trattamento mentre erano gia’ sotto ventilazione meccanica. I dati di mortalita’ sono ancora in corso di analisi”. Il remdesivir e’ stato tra i primi trattamenti indicati come possibili terapie per il Covid-19, ed e’ quello che finora e’ arrivato piu’ avanti nell’iter, mentre altri farmaci ‘miracolosi’, come la clorochina, non sembrano avere un’efficacia sufficiente. Recentemente invece e’ il desametasone, uno steroide, ad aver dato risulati preliminari promettenti nel ridurre la mortalita’, tanto da aver attirato l’attenzione dell’Oms. Ancora in attesa, invece, dei dati sul plasma dei guariti, altra terapia considerata promettente. In generale sono oltre 30 i farmaci e i vaccini in sperimentazione nel mondo contro il Covid-19 in questo momento. Secondo il progetto “Trial Clinici” dell’Istituto Superiore di Sanita’ (ISS), che esegue la mappatura e il monitoraggio periodico, al 18 giugno erano 54 gli studi condotti in Italia con 15100 pazienti previsti. Il 33% degli studi e’ in fase 3, l’ultima prima della richiesta di approvazione, e il 70% e’ randomizzato, prevede cioe’ un gruppo trattato con il candidato farmaco e uno con il placebo. Il 93% degli studi ha uno scopo terapeutico mentre il 7% preventivo.