Fonte: www.pharmacyscanner.it

Blog-notes
2 novembre 2018
Facciamo un gioco: scrivete su un foglio le qualità che dovrebbe avere il vostro collaboratore ideale. Fatelo che siate titolari di farmacia o dipendenti. Finito? Bene

La maggior parte di voi avrà elencato quasi sicuramente caratteristiche che in gergo vengono definite “soft skills”: autonomia, flessibilità/disponibilità, propositività, capacità comunicativa, problem solving, resistenza allo stress, empatia, creatività e così via. Hanno questo nome perché si tratta di capacità relazionali e comportamentali che determinano il modo con cui ci poniamo nell’ambiente di lavoro: “soft” per distinguerle dalle “hard skills”, le competenze tecniche e professionali.

Le “soft skills” sono le capacità che, secondo tutti gli studi, nel prossimo futuro faranno la fortuna di chi le possiede, perché nelle aziende saranno richiestissime: se l’industrializzazione ha creato l’economia della conoscenza tecnica (il titolo di studio viene prima della forza fisica), l’automazione e l’intelligenza artificiale renderanno insostituibili le capacità sociali (non social!): ai robot verranno delegati sempre più spesso i lavori routinari e ripetitivi, le soft skills diventeranno il nuovo oro che le aziende cercheranno.

I dati del World Economic Forum sono chiari: entro il 2022 l’automazione “cancellerà” 75 milioni di posti di lavoro, ma allo stesso tempo ne saranno creati altri 122 milioni. Tutto ciò che inevitabilmente arriverà modificherà in modo profondo il nostro modo di lavorare. È un processo che ha già investito anche la farmacia: non molto tempo fa gli ordini si compilavano su un foglio e si inviavano per fax, oggi si fa tutto tramite gestionale; un tempo alle scorte badava il magazziniere, oggi ci pensa un computer; prima il picking banco-cassettiera-banco lo faceva il farmacista, oggi ci pensa il robot in un numero crescente di farmacie.

E se provassimo a scrutare nel futuro? Di quali informazioni dei clienti-pazienti saremo in possesso? Come gestiremo l’enorme disponibilità di conoscenza che avremo a disposizione? Come sarà gestita la somministrazione dei farmaci per le malattie croniche? Per monitorare il nostro stato di salute quali software o computer utilizzeremo? Come comunicheremo con i nostri clienti?

Ciò che sostengono gli esperti è che non si intravedono – per ora – tecnologie in grado di fornire alle macchine le “soft skill”, le capacità sociali. Agli uomini, dal canto loro, per averle serve un po’ di predisposizione naturale, ma la buona notizia è che queste competenze si possono anche imparare. E allora voi come vi sentite? Forti, attrezzati, sufficientemente competenti e capaci? Forse, è giunto il momento di cominciare a misurarvi anche se queste qualità.