Fonte: www.federfarma.it

La discussione su quale debba essere, al giorno d’oggi, il ruolo del farmacista e come debba modificarsi per stare al passo con i tempi, non è di attualità solo nel nostro Paese, ma un po’ in tutto il mondo occidentale. Mentre la Royal Pharmaceutical Society (l’organismo responsabile per la leadership e il supporto della professione di farmacista in Inghilterra, Scozia e Galles), pubblica il suo sondaggio tra i soci su cosa significhi essere un farmacista oggi, Christopher John, il leader dello sviluppo della forza lavoro della Società, fornisce sul loro organo ufficiale di stampa una sintesi di come la funzione del farmacista possa essere oggi inquadrata.

John evidenzia come, tradizionalmente, il farmacista sia stato visto come esperto del farmaco (dalla produzione alla distribuzione). Ma questo ruolo, ora, sta cambiando verso una figura di caregiver, ovvero un professionista al servizio del paziente cui deve garantire non soltanto cura nella gestione del farmaco (dall’aderenza alle terapie, alla farmacovigilanza) ma anche una figura di educatore se non addirittura di mentore.

Un ruolo in continua evoluzione, secondo i bisogni e le aspettative degli utenti dei servizi. I progressi tecnologici, i cambiamenti sociali, la fine della cosiddetta deferenza anche in virtù di un maggiore accesso alle informazioni fanno sì che i farmacisti devono abituarsi a cambiamenti continui del loro modo di lavorare, anno dopo anno.

La parola chiave dunque qual è? Formazione. Solo così si può essere pronti a intercettare i bisogni sul territorio, diventare protagonisti dei processi decisionali dei pazienti e ricavarsi un ruolo di leadership nella loro attività quotidiana.