fonte: www.farmacista33.it

Il farmacista può educare il paziente sui sintomi dell’infezione da Herpes zoster, sensibilizzare sul rischio di ictus e infarto tra gli anziani e sulla vaccinazione
Tra nevralgia post erpetica, dolore e un aumento del rischio di ictus o infarto tra tre e 12 mesi dopo un episodio di Herpes zoster, gli adulti, soprattutto dopo i 50 anni, dovrebbero essere tutelati sulle conseguenze dell’infezione virale. Consigliare la vaccinazione e promuovere la consapevolezza dei fattori di rischio possono aiutare in questo senso, e il farmacista può avere un suo ruolo. A spiegarlo è un articolo su PharmacyTimes.

In aumento la diffusione delle infezioni da Herpes zoster
Negli ultimi decenni si è registrato un aumento dell’incidenza di infezioni da Herpes zoster, soprattutto tra gli anziani, colpiti con un’incidenza quattro volte superiore dall’infezione, che oltre al possibile sviluppo di nevralgia post erpetica, può portare a un maggior rischio di ictus e infarto, richiedendo, così, interventi diversi rispetto ai più giovani. Inoltre, dopo il Covid, ha registrato un aumento quasi del 25%.
Il rischio di Herpes zoster nel corso della vita, nella popolazione generale, varia tra il 20 e il 30 %, ma aumenta in modo significativo dopo i 50 anni, con un rischio del 50% tra gli over 85. In Italia, si stima che ogni anno ci siano almeno 157mila nuovi casi di zoster con un’incidenza di 6,3 casi ogni mille persone l’anno. Le stime USA, invece, registrano più di un milione di casi di Herpes zoster ogni anno, che costano al sistema sanitario circa cinque miliardi di dollari annualmente. Inoltre, sebbene inizialmente si pensasse che l’infezione non poteva colpire più di una volta un individuo, ora si stima che le recidive si verificano, approssimativamente, nel 6,4% delle persone immunocompromesse, che hanno tassi di ricadute più alti. L’aumento dell’incidenza che si sta osservando a livello globale, poi, sembra essere indipendente dall’invecchiamento della popolazione in alcune aree geografiche e la prevalenza risulta aumentata tra i soggetti immunocompromessi, oltre al fatto che c’è un’associazione positiva tra l’età in cui si manifesta lo zoster e la gravità dell’infezione.

Fattori di rischio e conseguenze dell’infezione
L’età anziana, dunque, è un fattore di rischio di riattivazione, così come uno stato di compromissione dovuto a malattie quali infezione da HIV, linfoma, leucemia, trapianto di midollo, trapianto di organo e uso di farmaci immunosoppressori. Alcuni dati, inoltre, evidenziano un possibile legame tra perdita di peso e disturbi del sonno e riattivazione del virus Herpes zoster. Una caratteristica dell’infezione è che, a seguito della risoluzione del rash cutaneo iniziale, i soggetti possono manifestare delle sequele. Soprattutto gli anziani possono risentirne a livello di funzionalità, indipendenza e qualità di vita. Una delle conseguenze più diffuse è la nevralgia post erpetica che ha, tra i fattori di rischio, sintomi prodromici, un dolore più intenso e un rash cutaneo più esteso, età anziana, immunosoppressione, diabete e presenza di zoster a livello oftalmico. Anche se la nevralgia post erpetica si risolve gradualmente nella gran parte degli anziani, una quota di pazienti può essere refrattaria alla gestione del dolore e può andare incontro a un peggioramento del dolore nel tempo.
Alcune ricerche hanno mostrato anche che gli adulti oltre i 50 anni hanno un più elevato rischio di ictus o infarto del miocardio per 3-12 mesi dopo un episodio di zoster. Questi studi sono supportati dalla presenza del virus varicella zoster nelle arterie intracerebrali e coronarie di questi pazienti. E le manifestazioni della vasculopatia del sistema nervoso centrale da varicella zoster vanno dagli attacchi ischemici transitori (TIA), all’ictus, all’aneurisma, fino ad emorragia subaracnoidea e intracerebrale, infarto midollare e perdita della vista o altri deficit neurologici. Il tasso di mortalità della vasculopatia a carico del sistema nervoso centrale per varicella zoster non trattata è quasi del 25%, ma i trattamenti antivirali possono essere curativi.

Tra prevenzione vaccinale e sensibilizzazione
La prevenzione e gli sforzi verso l’educazione all’herpes sono fondamentali, dunque, soprattutto per gli anziani. L’efficacia dei vaccini, infatti, può ridursi nel tempo e i farmacisti devono incoraggiare gli anziani a restare aggiornati con le vaccinazioni, oltre che a prestare attenzione ai sintomi e alla presenza di sequele post erpetiche.
La terapia antivirale è efficace e consigliata per le persone che hanno più di 50 anni, hanno rash cutaneo e dolore da gravi a moderati, un coinvolgimento non a livello di tronco e le persone immunocompromesse. Per il trattamento del dolore lieve, infine, possono essere consigliati degli analgesici.