Fonte: www.farmacista33.it

Esposizione al sole, Sitox: sì, ma protetti e senza eccessi. Ecco come e perché
Esposizione al sole, i consigli della Società Italiana di Tossicologia per la sicurezza di filtri e farmaci
Esporsi al sole, sì per la sintesi della vitamina D, fondamentale per l’organismo, ma nel modo giusto, per evitare gli effetti dannosi causati da una eccessiva esposizione e con una particolare attenzione ai farmaci in uso che potrebbero avere reazioni causate dall’esposizione. A tornare, in vista dell’estate finalmente scoppiata, sui consigli scientificamente fondati, per un’esposizione equilibrata al sole con le protezioni solari adeguate è la Società Italiana di Tossicologia (Sitox).
La radiazione solare biologicamente più attiva, spiega la Sitox in una nota, comprende i raggi UV-C, UV-B, UV-A e la luce visibile.
Gli UV-C non raggiungono di norma la superficie terrestre perché assorbiti dall’ozono, e se così non fosse causerebbero danni al DNA e alle proteine.
I raggi UV-B invece sono quelli che trasformano il precursore della vitamina D (7-deidrocolesterolo), sintetizzato dall’organismo, in colecalciferolo cioè la vitamina D. Le UV-B sono le radiazioni più energetiche, si diffondono solo negli strati più superficiali della pelle, nell’epidermide, e sono le principali responsabili del fenomeno dell’eritema solare (una manifestazione infiammatoria della cute, che può svilupparsi in seguito a eccessive e prolungate esposizioni al sole. Sono, quindi, anche quelli che possono causare un aumentato rischio di sviluppare macchie cutanee e lesioni preneoplastiche. Ma solo potenzialmente, in quanto con un’esposizione (dose) equilibrata al sole e con le protezioni solari adeguate si possono evitare le modificazioni degenerative.

I raggi UV-A, la porzione maggiore dei raggi UV, sono responsabili delle reazioni fotosensibilizzanti, sono implicati nei processi di fotoinvecchiamento e fotodermatosi ma anche di fotosensibilizzazione (fotoallergia) nei confronti di alcuni farmaci e di fototossicità. Quest’ultima comprende tre diversi eventi fotochimici: fotochemiotossicità (una risposta cellulare abnorme alle radiazioni nello spettro del visibile o UV in presenza o in assenza di una sostanza chimica), fotoallergia (reazione di fotosensibilizzazione con coinvolgimento del sistema immunitario) e fotocancerogenesi (reazione cutanea caratterizzata dall’invecchiamento cutaneo e possibili lesioni pre-maligne e maligne).

La giusta dose di protezione solare
La Sitox ricorda le diverse tipologie di prodotti solari che agiscono sui raggi UV assorbendoli, disperdendoli oppure riflettendoli in base ai filtri solari che contengono. I filtri fisici (ZnO, TiO2) riflettono le radiazioni, mentre invece i filtri chimici li assorbono, spegnendo, in modo selettivo, le radiazioni UV-A e UV-B.
È importante scegliere i prodotti per la protezione solare in base alle caratteristiche del filtro. La prima caratteristica da controllare è il fattore di protezione solare (SPF) che indica la quantità in particolare di radiazioni UV-B “fermate” dal filtro solare: un SPF 6 lascerà passare un sesto delle radiazioni UV-B, mentre un SPF 50 ne lascerà passare solo un cinquantesimo. Secondo il proprio fototipo di pelle va scelto il prodotto più appropriato. Per esempio, si deve ricorrere a un fattore molto elevato (50+ o schermo totale) in caso di pelli molto chiare e capelli rossi o biondi (fototipo 1) fino a un SPF basso, tra il 10 e il 6, indicato per individui con capelli scuri e carnagione olivastra (fototipo 5) o capelli scurissimi e pelle scura (fototipo 6).
Infine, è importante prestare attenzione anche a un’altra caratteristica del filtro, ovvero l’efficacia sia contro i raggi UV-B sia contro gli UV-A, che deve essere chiaramente indicata sulla confezione. È importante tenere presente che ancora una volta la dose (la quantità di raggi assorbiti) è l’elemento determinante la risposta biologica, che può corrispondere a un effetto avverso/tossico, perché una elevata esposizione ai raggi solari è causa di infiammazione anche in individui appartenenti a popolazioni africane di carnagione nera.