Decreto Polizze: novità in vigore su responsabilità professionale. Ricadute e vantaggi per farmacisti

Decreto Polizze: novità in vigore su responsabilità professionale. Ricadute e vantaggi per farmacisti

fonte: www.farmacista33.it

Il cosiddetto Decreto Polizze che entra in vigore il 16 marzo 2024, disciplina i requisiti minimi delle assicurazioni per strutture sanitarie ed esercenti professioni sanitarie. Ecco le novità e le ricadute per i farmacisti
Decreto Polizze: novità in vigore su responsabilità professionale. Ricadute e vantaggi per farmacisti
Entra in vigore oggi il cosiddetto Decreto Polizze, che contiene il regolamento sulla determinazione dei requisiti minimi delle assicurazioni per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le professioni sanitarie. Un passaggio importante – ulteriore step di attuazione della legge Gelli-Bianco – che ha ricadute sull’ambito assistenziale e sugli operatori sanitari, farmacisti inclusi. Tra le previsioni, c’è anche il richiamo alla misura che vincola l’efficacia delle polizze all’espletamento del 70% dell’obbligo formativo. Il tema è al centro di un webinar di Farmacista33, che vede come ospite Rodolfo Pacifico, avvocato del Centro sutdi Diritto sanitario e farmaceutico.

Decreto Polizze: le ricadute e i vantaggi per i farmacisti
«Il decreto Polizze – 232/2023, Gazzetta Ufficiale del primo marzo – formulato dal Ministero delle Imprese, di concerto con i Ministri della Salute e delle Finanze, è uno degli step attuativi della Legge Gelli – Bianco, che interviene nel complesso ambito delle responsabilità in sanità – è l’intervento di Pacifico. – Tale cornice normativa ha avuto diversi pregi, tra cui quello di affermare una logica il più possibile preventiva».

Un altro aspetto importante è poi quello di «non limitare lo sguardo al solo ambito medico, ma di inquadrare il tema della responsabilità in termini più ampi, comprendendo l’intero sistema e l’insieme degli operatori e dei professionisti che svolgono attività sanitarie, tra cui, di conseguenza, anche i farmacisti».

Il provvedimento in questione si occupa di un aspetto di particolare importanza che è «quello delle assicurazioni obbligatorie. Al di là di alcune questioni interpretative che restano aperte, nel complesso, le ricadute all’interno delle categorie e delle professioni sanitarie sono per lo più positive. Innanzitutto, si va a determinare una sorta di standardizzazione delle polizze, definendo una serie di garanzie minime per l’assistito, per la struttura e per il professionista. Le compagnie assicurative, per altro, avranno due anni di tempo per adeguare i contratti alle nuove regole e ai nuovi massimali di copertura».

Standardizzazione dei contratti a garanzia di pazienti, strutture e professionisti
Per scendere nel dettaglio, «vengono in sostanza fissati i requisiti minimi e uniformi per l’idoneità dei contratti di assicurazione e l’oggetto della garanzia assicurativa: le polizze dovranno cioè avere un contenuto minimo». Un nucleo di indicazioni è dedicato di fatto alla definizione dei «massimali minimi di garanzia delle coperture dei contratti assicurativi obbligatori, che vengono individuati per diverse classi di rischio, anche a seconda dell’invasività della prestazione sanitaria». Normato poi l’ambito della rimodulazione del premio: «Si prevede, ad ogni scadenza contrattuale, con un preavviso di almeno 90 giorni, la variazione in aumento o in diminuzione del premio, in relazione al verificarsi o meno di sinistri nel corso della durata contrattuale. La variazione in diminuzione è prevista poi anche in relazione alle azioni intraprese per la gestione del rischio e di analisi sistemica degli incidenti».

Ma un tema di rilievo che è stato affrontato dal decreto è il riferimento all’efficacia retroattiva delle polizze e all’ultrattività: «La garanzia assicurativa è prestata nella forma claims made; opera, cioè, per le richieste di risarcimento presentate per la prima volta nel periodo di vigenza della polizza e riferite a fatti verificatisi in tale periodo e nei dieci anni antecedenti la conclusione del contratto assicurativo. In caso poi di cessazione definitiva dell’attività dell’esercente la professione sanitaria, anche per attività libero professionale, è previsto un periodo di ultrattività della copertura per le richieste di risarcimento presentate per la prima volta entro i dieci anni successivi alla cessazione dell’attività e riferite a fatti verificatisi nel periodo di efficacia, incluso il periodo di retroattività».

Un nodo a cui prestare attenzione è l’obbligo formativo: ecco perché
Tra gli altri aspetti, «è importante sottolineare come il regolamento dia una definizione chiara dell’esercente la professione sanitaria», indicato come “il professionista che, in forza di un titolo abilitante, svolge attività negli ambiti delle rispettive competenze, di prevenzione, diagnosi, cura, assistenza e riabilitazione, ricerca scientifica, formazione e ogni attività connessa all’esercizio di una professione sanitaria. A essere prevista inoltre è la casistica dell’attività libero professionale “svolta cioè dall’esercente la professione sanitaria, anche in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, al di fuori della struttura o all’interno della stessa”.

In generale “l’esercente la professione sanitaria può essere garantito da idonea copertura assicurativa anche aderendo a convenzioni o a polizze collettive per il tramite delle strutture pubbliche o private, delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze istituzionali delle professioni sanitarie. L’esercente attività libero professionale può essere garantito da coperture stipulate direttamente dalla struttura”.

Mentre un ulteriore aspetto «da evidenziare – secondo l’avvocato – e su cui occorre che i professionisti prestino la massima attenzione riguarda il rapporto tra formazione e copertura: nell’articolo 8, in cui vengono specificate le eccezioni che sono opponibili al danneggiato – previa sottoscrizione di clausola contrattuale da approvare specificamente per iscritto -, viene richiamata la previsione veicolata dal piano attuativo del Pnrr, che vincola l’efficacia delle polizze all’espletamento del 70% dell’obbligo formativo. Come si ricorderà, il riferimento è stato spostato al triennio in corso, 2023-2025».

Integratori postbiotici, supporto a sportivi per salute mentale e fisica

Integratori postbiotici, supporto a sportivi per salute mentale e fisica

fonte: www.farmacista33.it

Una review ha analizzato 11 studi su 477 atleti che hanno assunto integratori postbiotici da 2 a 12 settimane durante gli allenamenti. Ecco gli effetti
Integratori postbiotici, supporto a sportivi per salute mentale e fisica
Assumere postbiotici può apportare benefici nel migliorare la salute mentale, nel ridurre la stanchezza e nell’aumentare la prontezza degli atleti che affrontano diverse settimane di allenamento. È quanto evidenzia una review pubblicata su Nutrients. Lo studio è stato coordinato da Chad Kerksick della Lindenwood University di St. Charles, negli USA.

Probiotici e postbiotici: che differenza c’è?
I probiotici sono organismi vivi che, somministrati in adeguate quantità, assicurano benefici all’ospite, a livello di salute dell’intestino, umore, stress e depressione, nonché qualità e quantità del sonno, funzionalità del sistema immunitario, salute orale e cardiovascolare. I probiotici avrebbero un effetto benefico regolando il sistema immunitario, riducendo il pH intestinale e rafforzando la barriera intestinale e la diversità del microbiota.

Con il termine postbiotici, invece, si intende una preparazione di microgranismi inanimati e/o loro componenti, derivati dai probiotici. Anche in questo caso, le evidenze mostrano che i postbiotici possono apportare effetti positivi alla salute su malattie gastrointestinali, dermatologiche e respiratorie. Tra i vantaggi di questi prodotti, inoltre, vi sono una maggiore durata di conservazione e la ridotta suscettibilità alla degradazione.

I postbiotici vengono preparati da microrganismi vivi tramite trattamento termico, sonificazione, trattamento chimico o irradiazione ultravioletta e ciascun metodo, così come le condizioni di lavoro, ha un impatto diverso sulla funzionalità dei postbiotici risultanti.

Attività fisica e integrazione con probiotici e postbiotici
Un regolare esercizio fisico modulerebbe la composizione del microbiota intestinale e un position paper dell’International Society of Sports Nutrition ha evidenziato diverse aree in cui i probiotici possono aiutare gli atleti durante gli allenamenti, come rafforzare e modulare il sistema immunitario per limitare l’impatto delle malattie e delle infezioni, potenziare la capacità di recupero e migliorare o rafforzare il mantenimento della permeabilità dell’intestino. A livello di postbiotici, invece, gli effetti dell’assunzione nei periodi di allenamento non sono ben studiati.

Il team, così, ha condotto un’analisi sistematica della letteratura, alla ricerca di evidenze su integrazione postbiotica e impatto sulle prestazioni fisiche. Nella review sono stati inclusi 11 studi, per un totale di 477 partecipanti e periodi di integrazione postbiotica che variavano da 13 giorni a 12 settimane.

Solo tre studi hanno confrontato le versioni probiotiche e postbiotiche dello stesso ceppo, Lactiplantibacillus plantarum, Lactobacillus paracasei e Weizmannia coagulans, evidenziando attività paragonabile, ma differente, da parte del postbiotico rispetto al probiotico. Il Lactobacillus paracasei, sia come probiotico che come postbiotico, per esempio, può ridurre il tasso di danno muscolare causato dal salto in verticale e può facilitare il recupero rapido e mitigare l’affaticamento, mentre solo la preparazione postbiotica è associata a una maggiore capacità di migliorare il recupero. Una ricerca su Lactiplantibacillus plantarum, poi, ha mostrato effetti simili di probiotici e postbiotici sulle prestazioni fisiche, ma i probiotici sarebbero superiori nel ridurre i livelli di glucosio, lattato e ammoniaca in risposta agli stimoli dell’esercizio fisico. Mancano, invece, studi che combinano i due preparati per valutare eventuali effetti additivi o sinergici.

DDL semplificazioni: le novità per la farmacia

DDL semplificazioni: le novità per la farmacia

fonte: www.farmacianews.it

Previsto un aumento dei servizi offerti in farmacia: dalla scelta del MMG o del pediatra di libera scelta a vaccini e test diagnostici
La bozza del nuovo DDL Semplificazioni introduce numerose novità che riguardano il mondo della farmacia, che diventa sempre più un punto di riferimento cruciale per la sanità territoriale.

Ampliata l’offerta dei servizi
Secondo quanto indicato nella bozza, la farmacia amplierà l’offerta dei servizi. Innanzitutto, per una più rapida identificazione, le farmacie in questione verranno contraddistinte, oltre che dalla croce verde, anche da una indicazione ad-hoc “Farmacia dei servizi” associata all’identificazione dei soggetti titolari di farmacia che offrono i servizi.

Ampliamento delle vaccinazioni e dei test diagnostici
Le farmacie così contraddistinte offriranno, sul fronte vaccinale, l’intera gamma dei vaccini riservati agli over12 contenuti nel Piano Vaccinale. Si legge difatti a tale riguardo nella bozza: «la somministrazione presso le farmacie, da parte di farmacisti opportunamente formati a seguito del superamento di specifico corso abilitante e di successivi aggiornamenti annuali, organizzati dall’Istituto superiore di sanità, di vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale nei confronti dei soggetti di età non inferiore a dodici anni».

Altresì, la bozza prevede anche l’effettuazione di test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo, da eseguire in locali o aree esterne «dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza. Le aree, i locali o le strutture esterne alla farmacia devono essere compresi nella circoscrizione farmaceutica prevista nella pianta organica di pertinenza della farmacia stessa».

Farmaci in dpc
Altresì, le farmacie consentiranno la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta.

Andando a modificare quanto indicato nel decreto legislativo n.153/2019, nella nuova bozza è previsto che le farmacie possano dispensare per conto di strutture sanitarie farmaci e dispositivi medici necessari a pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale.

Erogazione dei servizi e locali
Per quanto riguarda i locali esterni necessari all’erogazione di servizi, saranno le ASL competenti ad autorizzare le strutture che dovranno avere requisiti di idoneità e altre caratteristiche – come una distanza inferiore ai duecento metri dalla farmacia. Viene sottolineato che in detti locali è vietato il ritiro delle prescrizioni mediche e dispensazione o vendita di farmaci o di altri prodotti.

Co-sharing dei locali tra due o più farmacie
Altresì, una ulteriore novità riguarda la possibilità per “due o più farmacie, di proprietà di soggetti differenti di poter esercitare in comune i servizi offerti anche utilizzando i medesimi locali separati, previa stipula del contratto di rete”.

Dal 30 marzo la lista di farmaci che passano da diretta a convenzionata

Dal 30 marzo la lista di farmaci che passano da diretta a convenzionata

fonte: www.farma7.it

Una lista di farmaci elaborata dall’Aifa indicherà i medicinali che entro il 30 marzo passeranno dalla distribuzione ospedaliera a quella territoriale, consentendo così ai pazienti di trovare il loro farmaco comodamente in farmacia, senza doversi per forza recare in strutture ospedaliere spesso lontane e con orari di accesso limitati. Una novità contenuta nella Legge di Bilancio 2024, che è stata al centro del convegno “Farmaco accessibile: novità legislative. Cosa cambia per il cittadino” svoltosi ieri a Roma presso il Ministero della Salute, e che è stata commentata subito con soddisfazione dal presidente di Federfarma Marco Cossolo.

Per effetto della Legge di Bilancio 2024, entro marzo l’Aifa stilerà una lista di farmaci che passeranno dalla distribuzione ospedaliera a quella territoriale, cioè nelle farmacie di comunità, e diventeranno più agevolmente accessibili per i pazienti.
“Accogliamo con favore -ha detto Cossolo- l’annuncio dell’imminente revisione, da parte dell’Aifa, del prontuario Pht per rendere facilmente accessibili i farmaci a milioni di malati. La dispensazione in farmacia ha come valore aggiunto un puntuale monitoraggio dell’aderenza alla terapia con evidenti vantaggi non solo in termini di salute per il paziente, ma anche economici per il Servizio sanitario nazionale. Le farmacie continuano a essere a disposizione per favorire questa rivoluzione”.

Cossolo, presidente di Federfarma: “La necessità di una distribuzione dei farmaci più equa e omogenea sul territorio è condivisa da tutti. Le farmacie continuano a essere a disposizione”.
“In farmacia ogni giorno -ha aggiunto il presidente di Federfarma- accogliamo i malati, soprattutto cronici e spesso anziani, che condividono con noi farmacisti i loro disagi legati alla difficoltà di accedere ai farmaci di cui hanno bisogno, perché dispensati solo dalle strutture pubbliche, a volte lontane e con orari di apertura limitati. La necessità di una distribuzione dei farmaci più equa e omogenea sul territorio è condivisa da tutti e unisce forze politiche, società civile e stakeholder del settore”.

Nel corso del convegno (al quale hanno partecipato tutti i rappresentanti delle parti coinvolte) è stata messa in evidenza l’importanza del cambiamento, con una lista di farmaci periodicamente aggiornata dall’Aifa, che riguarderà verosimilmente medicinali utilizzati per la cura di patologie croniche o di lunga durata (come tumori, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva), che diventeranno più facilmente accessibili, con la distribuzione in farmacia, a cittadini che li devono assumere con continuità.

In proposito -ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci– “abbiamo voluto rafforzare la tutela della garanzia dei cittadini ad accedere più facilmente al farmaco; soprattutto degli over 65, dei disabili, dei malati oncologici che costituiscono i maggiori fruitori della distribuzione diretta e che chiedono un sistema sanitario sempre più di prossimità. Né vanno dimenticati quanti vivono in aree interne e in Comuni che, non disponendo di farmacie ospedaliere, devono percorrere lunghe distanze per raggiungere strutture che spesso osservano orari e giorni di apertura che possono essere limitanti per i pazienti”.

Schillaci, ministro della Salute: “Rivedere il processo di distribuzione del farmaco permette di valorizzare il servizio cognitivo che il farmacista svolge”.
Ha poi osservato il ministro che “le farmacie sono sempre più percepite come strutture di prossimità grazie alla loro capillarità e alla loro continuità di servizio. Rivedere il processo di distribuzione del farmaco permette, inoltre, di valorizzare il servizio cognitivo che il farmacista svolge, incentivando quell’appropriatezza e persistenza nelle terapie che sono necessarie per ottenere migliori esiti, riduzione delle complicanze, con un beneficio anche per la sostenibilità del sistema”.

Gemmato, sottosegretario alla Salute: “È un cambiamento epocale, perché mette in discussione una disposizione normativa che risale a oltre venti anni fa, ormai anacronistica”.
Aggiunge Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute: ““Rendere accessibile il farmaco significa migliore aderenza terapeutica, migliore cura del cittadino, maggiore sostenibilità e risparmio per le casse dello Stato. Si è stimato che sono circa 1,7 milioni, in Italia, i ricoveri inappropriati dovuti a mancata aderenza terapeutica e che potrebbero essere risparmiati. È un cambiamento epocale, perché mette in discussione una disposizione normativa che risale a oltre venti anni fa, ormai anacronistica”.

Mandelli, presidente di Fofi: “Un’importante novità a beneficio dei cittadini, che consentirà di semplificare l’accesso ai medicinali, con risvolti positivi sulla continuità terapeutica e sull’aderenza alle cure”.
Anche il presidente della Fofi Andrea Mandelli ha salutato con favore l’innovazione, cone riportato da “Il Farmacista online”: “Il trasferimento della dispensazione dei farmaci dall’ospedale alle farmacie territoriali, così come previsto dall’ultima legge di Bilancio, rappresenta un’importante novità a beneficio dei cittadini, che consentirà di semplificare l’accesso ai medicinali, con risvolti positivi sulla continuità terapeutica e sull’aderenza alle cure. La Federazione ha da sempre sostenuto l’opportunità di riportare sul territorio i farmaci che non sono riservati all’uso ospedaliero con l’obiettivo di ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver”.

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità

fonte: www.pharmaretail.it

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità
I servizi in farmacia sono sempre più diffusi nelle diverse realtà e i cittadini sembrano apprezzare le diverse possibilità messe a disposizione. Tra le novità in questo settore, l’attivazione nelle farmacie del Veneto di tutti servizi previsti dal documento Stato-Regioni e la Regione, il successo dello screening del tumore al colon-retto in Liguria e la possibilità per le farmacie dell’Emilia-Romagna di utilizzare locali esterni.

In Emilia-Romagna possibile usare locali esterni
Sono nove le attività erogate dalle farmacie del Veneto e finanziate dall’accordo nazionale: riconciliazione terapia farmacologica; monitoraggio aderenza; screening diabete; Fascicolo sanitario elettronico (Fse); telemedicina; screening colon retto; vaccinazione anti Covid; vaccinazione antinfluenzale; formazione. Le farmacie venete si confermano così parte integrante del Sistema sanitario regionale: un ruolo riconosciuto dalla Regione del Veneto che, attraverso la Deliberazione di Giunta n. 97 del 12 febbraio 2024, sta valutando quali servizi rendere strutturali, come già avvenuto per lo screening del colon retto, in un’ottica di “convenzionamento” delle farmacie nell’ambito del Ssr.

Sul fronte dello screening del colon retto, nel 2022 hanno aderito 1.280 farmacie venete, raccogliendo 932.319 campioni e coprendo il 56% della popolazione nel target 50-69 anni. Dal 2023 la Regione ha deciso di continuare il progetto dello screening (estendendolo alla popolazione dai 70 ai 74 anni), finanziandolo di tasca propria – senza utilizzare più i fondi statali – e rendendolo così un’attività strutturale e continuativa delle farmacie. Sul fronte della telemedicina (servizio attivato solo in televisita nell’Ulss 7 Pedemontana), dal monitoraggio del progetto tra primo settembre 2022 e 24 maggio 2023 hanno aderito 69 farmacie che hanno fin qui effettuato 3.171 televisite. Sono solo alcuni numeri della sperimentazione della Farmacia dei servizi nel Veneto, che «confermano il ruolo centrale delle farmacie che, grazie alla loro capillarità sul territorio e al rapporto di fiducia instaurato coi pazienti, rappresentano il primo punto di riferimento per i cittadini», sottolinea Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto, associazione che rappresenta quasi 1.200 farmacie. «In Veneto questo modello sta dando risultati concreti. La recente Delibera della Giunta regionale rappresenta un’ulteriore e fondamentale tappa del percorso verso un’integrazione strutturata e strutturale della rete delle farmacie all’interno del Sistema sanitario regionale, utile anche ai fini di un futuro “convenzionamento” dei servizi che, sottraendoli all’estemporaneità che finora li ha determinati, possa renderne continuativa l’erogazione da parte delle farmacie».

In Liguria sono stati oltre 6.500 i kit per la prevenzione del tumore del colon-retto ritirati nelle farmacie, tra metà dicembre e metà febbraio, o presso gli sportelli Asl. Un numero triplo rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Di pari passo è aumentato anche il numero di campioni riconsegnati. A fronte delle oltre 11.800 lettere di invito ad aderire allo screening per il tumore del colon-retto, dunque, più del 55% degli interessati ha ritirato il kit nell’ambito della campagna di prevenzione Prenoto Prevengo e oltre il 49% ha effettivamente aderito, riconsegnando il campione per le analisi. Lo scorso anno, invece, entrambe queste percentuali si assestavano sul 20%.

Infine, la Regione Emilia-Romagna ha definito i requisiti generali, procedurali, organizzativi, strutturali, igienico sanitari e tecnologici che una farmacia deve avere per svolgere attività sanitarie, diverse dalla dispensazione di medicinali: vale a dire prestazioni previste nella Farmacia dei servizi dal Dlgs 153/2009, sia nei locali della farmacia sia in locali esterni a essa.

In particolare, la delibera stabilisce come gestire i locali esterni per l’erogazione di servizi. Per quanto riguarda «le farmacie di nuova apertura, quelle che si trasferiscono in locali nuovi e quelle che annettono locali distaccati», esse sono tenute a dichiarare, rispettivamente nell’istanza di apertura ed esercizio dell’attività, di trasferimento dei locali e di utilizzo di locali distaccati – di possedere i requisiti, previsti dal Dlgs 153/2009, «in relazione alle prestazioni di farmacia dei servizi che intendono svolgere». Mentre le farmacie già aperte e che offrono già servizi sanitari previsti nella Farmacia dei servizi hanno 90 giorni dall’entrata in vigore della delibera per comunicare «quali servizi vengono offerti nella farmacia, attestando il rispetto dei requisiti o, eventualmente, quali requisiti non sono rispettati. In quest’ultimo caso entro i 3 anni dall’approvazione del presente atto le farmacie devono adeguarsi e darne comunicazione al Comune». La Giunta ha ritenuto opportuno esplicitare anche che «i medesimi locali possono essere destinati in tempi diversi, mediante appropriata organizzazione dell’attività, a prestazioni diverse tra quelle proprie della farmacia dei servizi», sempre nel rispetto dei requisiti oggetto della norma. I locali distaccati, inoltre, «possono essere utilizzati anche da parte di altre farmacie, previa stesura di una procedura operativa condivisa e la stipula di un apposito contratto. I locali condivisi sono ubicati all’interno della sede farmaceutica della farmacia che ne ha ottenuto apposita autorizzazione di utilizzo».

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?

fonte: www.pharmaretail.it

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?
Il 2023 è stato l’anno in cui, da una dimensione di nicchia, soprattutto grazie alla diffusione di ChatGPT, l’intelligenza generativa (AI), è diventata un fenomeno di massa.

Le novità introdotte dall’applicazione dell’AI generativa delineano una nuova rivoluzione tecnologica e il 40% delle aziende hanno già investito in team e budget dedicati​​.

In che modo l’AI può rappresentare uno strumento anche per la farmacia? Ne abbiamo parlato con Franz Russo, Digital Strategist e Blogger, che ci ha offerto una panoramica di come può essere utilizzata in modo responsabile per migliorare la presenza digitale della farmacia e creare contenuti rilevanti ed efficaci per i clienti e pazienti. E ci ha aiutato a capire quali sono, oltre alle opportunità, anche i potenziali rischi dell’adozione di strumenti di AI.

Come l’AI può essere utile alla farmacia?

Innanzitutto, può aiutare le farmacie a migliorare la comunicazione con i propri clienti. L’AI generativa può essere utilizzata per creare contenuti personalizzati, come articoli informativi, consigli del farmacista o video tutorial. Questi contenuti possono essere indirizzati a specifici gruppi di clienti, in base alle loro caratteristiche demografiche, ai loro interessi o alle loro esigenze di salute. L’AI generativa può anche essere utilizzata per creare chatbot che possono rispondere alle domande dei clienti/pazienti in modo rapido e preciso.

E quali benefici in termini economici può portare alle farmacie?

Dal punto di vista economico, si prevede che l’AI generativa possa aumentare le vendite delle attività produttive dell’8% e ridurre i costi del 7% nei prossimi tre anni, oltre a migliorare significativamente l’engagement e la soddisfazione dei clienti​​. Questi dati suggeriscono che l’AI generativa può essere un potente acceleratore di crescita ed efficienza per le aziende. Non c’è ancora un dato attendibile vero e proprio che riguarda le farmacie, siamo ancora agli inizi. Ma possiamo ragionevolmente prevedere che anche le farmacie incorporando l’AI possano trarre dei benefici concreti.

L’AI, tuttavia, soprattutto quando si parla di contenuti legati alla salute, pone di fronte a rischi non indifferenti

Certo, l’AI generativa offre possibilità straordinarie tutte da cogliere. Ma, allo stesso tempo, solleva questioni cruciali riguardo all’originalità, all’autenticità e all’etica dei contenuti generati. Strumenti come ChatGPT con plugin Bing e il chatbot AI di Google, Bard, hanno introdotto cambiamenti significativi nelle strategie di posizionamento dei contenuti sul web, influenzando sia i risultati di ricerca sia il processo di creazione e ottimizzazione dei contenuti. Ma già alla fine del 2022, prevedendo cosa sarebbe accaduto poi nel 2023, Google (il più grande motore di ricerca sul web, oltre che il più usato) metteva tutti in guardia con un claim semplice ed efficace: “Content for Humans”.

Google sottolinea, dunque, l’importanza di creare contenuti che siano principalmente orientati verso gli utenti umani piuttosto che verso i motori di ricerca. Un approccio che enfatizza la necessità di produrre articoli originali per il settore di riferimento, e rilevanti, che rispondano alle esigenze informative del pubblico a cui ci si vuole rivolgere, evitando l’uso eccessivo di parole chiave e tecnicismi legati alla SEO (Search Engine Optimization)​​. In un’era in cui l’AI generativa sta diventando sempre più rilevante, è fondamentale mantenere un focus umano nella creazione di contenuti, assicurando che siano pertinenti, coinvolgenti e di valore per il pubblico reale a cui ci si vuole riferire.

Ma oltre al rischio di non raggiungere in modo corretto il proprio pubblico, quali sono quelli più specifici in cui potrebbe incorrere la farmacia?

L’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa nel settore sanitario, e in particolare nelle farmacie, richiede una valutazione approfondita dei rischi associati. È fondamentale per le farmacie considerare non solo i benefici in termini di efficienza operativa e innovazione, ma anche le potenziali minacce, come la salvaguardia della privacy dei dati e il rischio di disinformazione. Nel contesto specifico delle farmacie, è essenziale adottare un approccio cauto nell’implementazione di sistemi di AI generativa, assicurandosi che il personale sia adeguatamente formato e informato sui rischi e sulle best practices da seguire. Questo include una comprensione dettagliata di come la tecnologia AI possa influenzare la gestione dei dati dei pazienti e la comunicazione delle informazioni sanitarie.

Inoltre, con l’evoluzione e la convergenza dell’IA generativa con altre tecnologie emergenti, sorgono preoccupazioni specifiche nel contesto della salute. Tra questi, il rischio di non poter distinguere chiaramente tra risultati generati dall’intelligenza artificiale e quelli derivanti da interventi umani, una distinzione critica nel settore farmaceutico, dove l’accuratezza e la veridicità delle informazioni possono avere implicazioni dirette sulla salute e la sicurezza dei pazienti. Pertanto, è necessario per le farmacie adottare strategie di gestione dei rischi che siano in grado di affrontare queste sfide uniche, assicurando che l’uso dell’IA generativa sia allineato non solo con gli obiettivi di business, ma anche con gli elevati standard etici e di sicurezza richiesti nel settore sanitario.

Concludo l’intervista con cinque consigli ai farmacisti per utilizzare l’AI in modo efficace e responsabile.

Comprendere le opportunità e i rischi: prima di adottare l’AI generativa, è importante valutare in modo critico come l’AI può migliorare le operazioni e i servizi della farmacia.
Formazione del personale: preparare il personale della farmacia è fondamentale, dunque prevedere un percorso di formazione su come creare contenuti con l’AI, gestire sistemi basati su di essa e garantire la sicurezza dei dati.
Mantenere un approccio umano: assicurarsi che i contenuti generati siano pertinenti, di valore e rispondano alle esigenze dei clienti della farmacia. Evitare l’uso eccessivo di parole chiave e tecnicismi a favore di contenuti leggibili e utili.
Gestione dei dati e della privacy: garantire che i dati siano trattati in conformità con le normative sulla privacy e proteggerli da possibili violazioni. L’AI generativa può richiedere l’accesso a dati sensibili, quindi è importante gestirli in modo responsabile.
Monitoraggio e valutazione continua: implementare sistemi di monitoraggio e valutazione per misurare l’efficacia dell’AI generativa nella farmacia. Raccogliere feedback dai clienti e dai dipendenti per apportare miglioramenti continui e adattare l’uso dell’AI in base alle esigenze in evoluzione.
Per i farmacisti interessati ad approfondire il tema dell’AI in farmacia, ho in programma un webinar gratuito il 30 gennaio alle ore 14.00. Cliccando qui è possibile iscriversi.