Migliorare la posizione nelle ricerche web

Migliorare la posizione nelle ricerche web

fonte: www.farmacianews.it

Per apparire più di frequente, tra i primi risultati suggeriti, è necessario migliorare la posizione all’interno del ranking di Google. Vediamo come fare
L’ottimizzazione del posizionamento online di una farmacia è un’attività che implica di intervenire su diversi fattori per assicurare una visibilità ottimale sui motori di ricerca. Uno degli elementi chiave è la search engine optimization (Seo), ovvero lo strutturare i contenuti in modo da conquistare le posizioni migliori nel ranking di Google e, quindi, apparire più facilmente nelle ricerche, ma va affrontata con una strategia a lungo termine. Infatti, in media, i risultati delle modifiche Seo su un sito si possono vedere in 3-6 mesi, i riscontri di alcune modifiche richiedono addirittura un tempo maggiore.

La Seo, dunque, non ha effetti immediati ed è probabile che anche la concorrenza si stia impegnando per avere maggiore visibilità online. Ciò comporta che l’impegno verso la Seo debba essere continuo nel tempo. Un utente che entra nel sito web di una farmacia non deve essere costretto a vagare al suo interno, ma deve essere guidato. In altre parole, i collegamenti che si trovano all’interno delle pagine del sito devono portare ad altre pagine secondo un percorso logico. In questo modo si migliora l’esperienza degli utenti, rendendo più facile e veloce la ricerca di informazioni o prodotti. Inoltre, si mantengono più a lungo gli utenti all’interno del proprio spazio web e si migliora il loro coinvolgimento poiché si offre l’opportunità di esaminare più parti del sito stesso.

In cima al ranking
I collegamenti interni hanno anche un importante risvolto tecnologico. Infatti, i sistemi automatici dei motori di ricerca (i cosiddetti Bot) che scandagliano i siti per classificarne i contenuti all’interno dei ranking sono semplificati nella loro attività e possono più facilmente stabilirne l’architettura. Va da sé che migliore è la ricostruzione che riescono a produrre i Bot del sito, migliore è il posizionamento che si ottiene nel ranking. Anche il titolo di una pagina è importante (sia per l’utente sia per i Bot), perché fornisce un’informazione su ciò che si trova all’interno della pagina stessa.

Quando si pensa come strutturare il titolo, è importante garantire che le informazioni di ciascuna pagina (i tag, i termini tecnici) siano specifiche e si applichino solo al contenuto di quella pagina. Quindi, è consigliato utilizzare le parole chiave che gli utenti cercherebbero per trovare un prodotto o servizio, iniziando il titolo con quelle più cruciali, come “farmacia Rossi”, “cura del diabete” o “perdita di peso”. Una volta decise le parole chiave ottimali, devono comparire un certo numero di volte all’interno della pagina: solitamente almeno 3 volte per un testo di 300 parole (che è la lunghezza minima per avere un’efficace indicizzazione).

Inoltre, dovrebbero essere presenti il più possibile nel sito della vostra farmacia. Come detto, molte parole chiave cambieranno a seconda dell’oggetto della pagina specifica, ma quelle più importanti, come per esempio “farmacia”, dovrebbero essere inserite nei titoli dei contenuti che possono incidere maggiormente sul posizionamento nei motori di ricerca (in pratica, quelli più visti). Per evitare ogni volta di dover cercare nuove parole chiave, si può creare un glossario di quelle pertinenti ai propri servizi, come “bellezza”, “trattamenti viso”, “cura della persona” e così via. Per avere poi un suggerimento su quali è meglio usare, si può attivare un account Google AdWords, che dà un accesso gratuito allo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google. Questo aiuta a stabilire quale traffico potenziale può generare una parola chiave.

Google Keyword Planner può poi fornire indicazioni su alcuni aspetti del sito web che potrebbero essere stati tralasciati. Come, per esempio, il fatto che un sito web dovrebbe essere responsive, ovvero adattarsi a qualsiasi dimensione dello schermo, dal Pc desktop allo smartphone, o che Google dà priorità ai siti web reattivi rispetto a quelli più lenti, perché sono più facili da navigare per l’utente.

Attenzione alle immagini
È importante evidenziare che, se si utilizza, per uno o più titoli del sito, un’immagine o una foto con del testo al suo interno, i Bot non saranno in grado di “leggere” tale testo, quindi, non si avrà alcun contributo all’indicizzazione. Una soluzione semplice è corredare tale foto con una didascalia, anche se, per esempio, si ripete il nome della farmacia. È anche possibile ottimizzare i nomi dei file immagine assegnando loro un nome in modo descrittivo.

È utile anche l’uso di “testi alternativi” per descrivere le immagini come proposto dai sistemi di gestione dei contenuti dei siti (Cms, content management system). In questo modo si consente ai motori di ricerca di “vedere” cosa contengono le immagini.

Contenuti di qualità sempre aggiornati
Un ottimo modo per migliorare la Seo è assicurarsi continuamente che il proprio sito abbia contenuti accurati, pertinenti e aggiornati. Concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità aiuterà a garantire che i visitatori siano coinvolti e percepiscano valore dal sito. Il contenuto può essere testuale o visivo, come blog, testimonianze, video o podcast.

Idealmente, il sito dovrebbe essere aggiornato frequentemente (almeno mensilmente) con nuovi contenuti e consigli sulla salute, caratteristiche di prodotti o servizi, notizie o qualsiasi altra cosa i propri pazienti potrebbero trovare utile. Sebbene la presenza sui social media non sia direttamente collegata al sito web, l’utilizzo delle piattaforme gratuite consente di estendere e garantire longevità ai contenuti. Condividere blog o altri contenuti del sito sulle pagine dei social media permette di proporre tali contenuti a un pubblico più ampio. I social media favoriscono anche di essere reperiti da coloro che cercano farmacie nella propria zona poiché possono fornire indirizzo, numero di telefono, orari e altre informazioni rilevanti.

Riconosciuto il ruolo delle farmacie nelle politiche per gli anziani

Riconosciuto il ruolo delle farmacie nelle politiche per gli anziani

fonte: www.farma7.it

Il ruolo delle farmacie nelle politiche a favore delle persone anziane è significativamente riconosciuto nel testo del Decreto legislativo 29/2024, da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Lo sottolinea con soddisfazione Federfarma nella Circolare 139/2024, disponibile, come di consueto, sul sito della Federazione nell’area riservata.

Le nuove norme in materia di politiche in favore delle persone anziane riconoscono l’importanza del ruolo delle farmacie.
Federfarma osserva innanzitutto che il decreto legislativo fa esplicito riferimento al precedente D.lgs del 2009, che elenca le prestazioni sanitarie aggiuntive che possono essere erogate dalle farmacie a favore dei cittadini in regime di Ssn.

“L’intervento delle farmacie, in tale ottica -prosegue la circolare di Federfarma- è previsto nell’ambito dell’articolo 9 del provvedimento recante “Misure per la promozione di strumenti di sanità preventiva e di telemedicina presso il domicilio delle persone anziane”. Tale articolo affida a un decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e con il ministro per le Disabilità, l’individuazione delle prestazioni di telemedicina attivabili per favorire il mantenimento delle miglior condizioni di vita della persona anziana presso il proprio domicilio. Tale decreto dovrà definire, tra l’altro, le modalità con cui la rete delle farmacie territoriali potrà erogare prestazioni di sanità preventiva a favore degli anziani”.

L’intervento delle farmacie è inoltre previsto al fine di promuovere l’implementazione di “servizi di comunità che operano secondo logiche di rete e di sussidiarietà orizzontale per contrastare l’isolamento relazionale e la marginalizzazione delle persone anziane non autosufficienti e delle loro famiglie, favorendo al tempo stesso la continuità di vita e delle relazioni personali, familiari e di comunità, nonché’ per promuovere la domiciliarità delle cure e dell’assistenza”.

La rete delle farmacie è esplicitamente chiamata a concorrere in modo attivo al raggiungimento di questo obiettivo, insieme agli altri soggetti che erogano servizi pubblici essenziali e servizi sanitari e sociali sul territorio.

Va segnalato infine che il decreto inserisce anche le farmacie tra i soggetti che possono segnalare l’esigenza di una valutazione da parte del Punto unico di accesso, istituito presso la Casa della comunità, riguardo al possesso dei requisiti da parte della persona anziana per poter usufruire dei servizi sociali e sociosanitari.

Leadership in farmacia, le 5 principali competenze. I Farmacisti: serve formazione

Leadership in farmacia, le 5 principali competenze. I Farmacisti: serve formazione

fonte: www.farmacista33.it

Per i farmacisti è importante avere competenze di leadership e una adeguata formazione per svilupparle. La survey della FIP evidenzia proprio le necessità dei farmacisti sul tema
Leadership in farmacia, le 5 principali competenze. I farmacisti: serve formazione
Innovazione e imprenditorialità, negoziazione, contesto strategico, gestione dei conflitti e visione sono le cinque principali competenze di leadership per le quali i farmacisti desiderano più formazione. Sono alcuni dei risultati analizzati dalla Federazione farmaceutica internazionale (FIP) attraverso un questionario rivolto agli associati in tutto il mondo. Questo studio si propone, infatti, di analizzare le esigenze formative dei farmacisti in tutto il mondo per diventare leader, dal loro punto di vista.

Leadership: competenza necessaria anche in ambito farmaceutico
Innanzitutto, in cosa consiste la leadership? Le definizioni più comuni, dice FIP, si riferiscono al saper motivare gli altri verso il raggiungimento di un obiettivo specifico e guidare il cambiamento. I risultati, anche in sanità, migliorano quando c’è una guida consapevole, e questa capacità è in grado di promuovere il cambiamento, migliorare la fiducia e ridurre l’errore. Investire nello sviluppo di leader consapevoli può quindi avere un impatto positivo sulla salute globale. Per raggiungere questo obiettivo, impattando anche il mondo della farmacia, è necessario comprendere quali sono le mancanze nello sviluppo della leadership nei farmacisti e quali le loro necessità e desideri.

La FIP ha stabilito degli obiettivi di sviluppo delle competenze professionali per i farmacisti in tutte le fasi della carriera per supportare la trasformazione della professione farmaceutica a livello globale nel prossimo decennio. Uno di questi obiettivi si concentra sullo sviluppo della leadership e per approfondire il punto di vista dei professionisti ha sottoposto agli associati una survey dedicata.

Un sondaggio globale rivolto ai farmacisti
La ricerca, svoltasi in più fasi, ha visto l’avvio nel gennaio 2021 dove è stato proposto un sondaggio di 28 domande a circa 3000 membri della FIP, rappresentanti tutte e sei zone del mondo delimitate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il sondaggio è stato organizzato in tre sezioni: la prima si è concentrata su domande generali anonime di tipo demografico, esperienze di leadership e aree di pratica professionale; la seconda riguardava le esigenze di leadership, le competenze desiderate per svolgere il proprio ruolo di leader e sul come acquisirle tramite formazione; la terza sezione si è concentrata sulle percezioni della leadership riguardo al titolo, alla crescita, alle risorse e alle barriere nella leadership.

Le cinque principali competenze di leadership secondo i farmacisti
Sono state utilizzate analisi qualitative e quantitative e un totale di 239 partecipanti (~8%) ha completato la survey. La maggior parte di loro ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni e lavora sia nell’ambito accademico che in quello ospedaliero.
In media, i partecipanti hanno ritenuto che innovazione/imprenditorialità, negoziazione, contesto strategico, gestione dei conflitti e visione fossero tra le cinque principali competenze di leadership per le quali desideravano più formazione. Se suddivisi per contesto lavorativo, i farmacisti in ambito accademico hanno classificato la gestione dei conflitti come prioritaria, mentre nei reparti ospedalieri è la gestione del cambiamento la competenza che si ritiene fondamentale. Infine, i farmacisti di comunità hanno classificato il saper dare le priorità come la competenza di leadership maggiormente necessaria.

Poco tempo, costi e scarse opportunità gli ostacoli allo sviluppo della leadership
I partecipanti hanno, poi, classificato comunicazione, intelligenza emotiva, costruzione del team, visione e gestione dei conflitti tra le cinque competenze necessarie per essere un buon leader. Quando è stato chiesto loro quali competenze di leadership volessero personalmente sviluppare, i partecipanti hanno indicato gestione dei conflitti, gestione del cambiamento, negoziazione, contesto strategico e gestione del tempo come le prioritarie.

È stato anche affrontato il tema delle ragioni che ostacolano lo sviluppo della leadership e sono: la mancanza di tempo, i costi e le opportunità insufficienti per i farmacisti per imparare e sviluppare le competenze da leader.

L’Università non sviluppa le competenze per diventare leader
Questi risultati sottolineano come i farmacisti in contesti lavorativi diversi hanno bisogno di competenze di leadership diverse che dovrebbero essere attentamente considerate durante la formazione. A questo proposito, circa un terzo dei partecipanti ha dichiarato di aver ricevuto una formazione sulla leadership dopo la laurea, ma è nel contesto reale che si sono fatte le maggiori esperienze. Spesso, infatti, il periodo universitario non si focalizzata sullo sviluppo di queste abilità, che sono invece essenziali per la crescita professionale e l’avanzamento di carriera. Infine, i farmacisti hanno indicato che preferiscono su questa tematiche la formazione erogata in presenza rispetto a quella online.

Entro il 2030 quasi il 40% degli italiani soffrirà di rinite allergica

Entro il 2030 quasi il 40% degli italiani soffrirà di rinite allergica

fonte: www.pharmaretail.it

Entro il 2030 quasi il 40% degli italiani soffrirà di rinite allergica
Assosalute, Associazione dei farmaci da banco e di automedicazione, parte di Federchimica, ha analizzato insieme al Professor Giorgio Walter Canonica, General Executive Manager SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica e Senior Consultant Humanitas Milano, gli aspetti legati al tema delle allergie respiratorie e la correlazione con il cambiamento climatico. Le conclusioni dell’approfondimento sono state diffuse da Assosalute in una nota stampa.

Le riniti allergiche non sono un fenomeno nuovo, tuttavia hanno registrato un peggioramento negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e i bambini in età pediatrica, ma non solo: «In questi anni iniziano a emergere studi sull’insorgenza e sulla diffusione delle allergie anche dopo i settant’anni» ha spiegato il professor Walter Canonica. Le cause della maggiore incidenza delle allergie respiratorie sono diverse: «Dalla fine della pandemia», prosegue Canonica, «si è assistito a una esplosione delle allergie respiratorie, complice il minor uso della mascherina, che per molto tempo ha avuto un effetto protettivo dall’inalazione dei pollini, allergeni, virus e inquinanti.»

L’aumento delle allergie avrà un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita di molte persone. Infatti «secondo le proiezioni, tra il 35% e il 40% della popolazione italiana soffrirà di rinite allergica entro il 2030».

Cambiamento climatico e stagione prolungata delle allergie
Non solo la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla nostra salute e sul nostro benessere, ma anche il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno emergendo come minacce crescenti, anche se necessitano ancora di molte analisi per valutarne l’impatto sulle allergie respiratorie. «Dobbiamo affrontare la prossima stagione con le dita incrociate. Se il trend continua a essere lo stesso, complici anche i livelli di inquinamento presenti nell’aria, dobbiamo attenderci sicuramente una primavera molto impattante per coloro che sono allergici» è l’allarme di Canonica.

Gli effetti del cambiamento climatico, in particolare l’aumento della temperatura, influiscono sulla stagione di pollinazione, che, rispetto al passato, è più lunga: «Gli allergici alla Parietaria, infatti, faranno i conti con le allergie da febbraio a novembre, non è più, dunque, una condizione stagionale ma perenne», commenta il Professore. «Il cambiamento climatico, che ne è la causa, ha comportato un aumento del numero di pollini sia nella quantità che nella durata del fenomeno». A questo, poi, va aggiunto il danneggiamento della mucosa respiratoria da parte dell’inquinamento ambientale, «agevolando la penetrazione degli allergeni e stimolando la risposta allergica. Più aumenta l’inquinamento e più il danno della mucosa diventa importante, contribuendo così a potenziare la risposta anomala che causa i sintomi dell’allergia».

Tra i consigli dell’esperto per superare la difficile e lunga primavera degli allergici, troviamo: l’uso della mascherina; il trattamento farmacologico preventivo con il supporto dei farmaci di automedicazione; il consulto con l’allergologo; la pulizia degli ambienti e infine l’attenzione al meteo: meglio evitare passeggiate durante i temporali perché le scariche elettriche che possono rompere i pollini, peggiorano la condizione allergica.

Leadership in sanità: donne sottodimensionate ai vertici. E in farmacia?

Leadership in sanità: donne sottodimensionate ai vertici. E in farmacia?

fonte: www.pharmaretail.it

Leadership in sanità: donne sottodimensionate ai vertici. E in farmacia? Il parere di Angela Margiotta, Farmaciste Insieme
Il Rapporto annuale dell’Osservatorio sull’equità di genere della leadership in sanità, giunto alla seconda edizione, fotografa lo stato attuale e l’evoluzione dell’equità di genere nella leadership nel settore sanitario italiano: lo studio rileva che a fronte di una maggiore partecipazione nel mercato del lavoro delle donne, non corrisponde una maggiore rappresentanza di donne nei ruoli apicali. I dati mostrano una disparità di genere, che seppur in lenta diminuzione, si colmerà solo tra diversi anni. Il rapporto ha analizzato la sanità pubblica e quella privata e Pharmaretail ha chiesto ad Angela Margiotta (nella foto) – presidente dell’associazione Farmaciste Insieme e membro della dell’associazione Donne leader in sanità (Leads) – di commentare i dati e fare una breve analisi della situazione nel mondo della farmacia.

Secondo quanto riportato da Marina D’Artibale, condirettrice dell’Osservatorio e socia fondatrice dell’associazione Donne leader in sanità (Leads) «Le donne ai vertici della sanità continuano a essere fortemente sottodimensionate, soprattutto nel pubblico, benché il trend di distribuzione delle posizioni apicali negli ultimi anni riveli un lento e costante recupero del genere femminile». L’Osservatorio, nato nel 2022 dalla partnership tra la Luiss Business School e l’associazione Donne leader in sanità, elabora il Gender leader index in health (Glih), che misura il rapporto tra la distribuzione di genere nelle posizioni apicali e la distribuzione di genere sull’occupazione totale in ambito sanitario. L’indicatore si muove in un intervallo fra 0 (nessuna rappresentanza di uno dei due generi) e 1 (totale rappresentanza di un solo genere). Nel settore pubblico il valore del Glih sta migliorando leggermente passando da 0,19 nel 2020 a 0,20 nel 2021, mostrando però una forte sottorappresentanza nelle posizioni di leadership delle donne, con un trend che porterebbe all’equi-rappresentanza tra 150 anni. Con riferimento al settore privato, la situazione è generalmente migliore rispetto al settore pubblico: nel 2011 il 41,8% degli occupati erano donne, nel 2021 il 43,9%. Includendo sia quadri che dirigenti l’indice Glih per le aziende del settore farmaceutico sale da 0,50 nel 2020 a 0,51 nel 2021, mostrando una leggera predominanza di leader donne, che sono costituite in realtà prevalentemente ancora da quadri. A livello dirigenziale le donne sono ancora sottorappresentate, anche se il Glih, pari nel 2021 a 0,41, sta convergendo rapidamente negli anni verso l’equa rappresentanza e potrebbe raggiungerla nei prossimi 5 anni.

E il settore della farmacia?
«Se si guarda ai dati Istat il 79% dei farmacisti è donna. I farmacisti titolari di farmacia sono in Italia 22mila, il 53% è costituito da donne. Si tratta di una maggioranza di donne che sono ogni giorno in farmacia, ma se si guarda ai vertici delle associazioni di categoria non ritroviamo le stesse percentuali», spiega Margiotta, «le cause sono da ricercare non tanto in una mancanza di iniziativa femminile, come a volte viene fatto notare, ma ad una difficoltà nel gestire una professione diventata complessa – tra formazione continua, aggiornamento professionale, gestione della farmacia – e l’impressione è che si è già troppo impegnate per intraprendere nuovi percorsi». La rappresentanza femminile nei gruppi apicali di Fofi e di Federfarma non manca, ma «in proporzione ci sono molti più uomini che donne». L’associazione Farmaciste Insieme, però «sta assumendo un ruolo sempre più importante per la categoria: se da una parte Fofi e Federfarma appoggiano ogni nostra iniziativa, dall’altra cominciamo a sedere spesso ai tavoli decisionali a livello nazionale, offrendo il nostro valore aggiunto. La forza della nostra associazione tutta al femminile è quella di aver trovato un modo nuovo di organizzarci, contando sul lavoro di squadra».

Per accelerare l’avanzamento verso una equa rappresentanza delle donne all’interno del settore sanitario, l’Osservatorio sull’equità di genere della leadership in sanità ha anche raccolto alcune buone pratiche: prima di tutto trasparenza dei dati e degli obiettivi, secondo una prospettiva multistakeholder, poi il quadro normativo e istituzionale, e le politiche per favorire l’equilibrio tra lavoro e vita familiare.

Semplificazioni, ricette dem ripetibili: step organizzativi per la gestione del counselling in farmacia

Semplificazioni, ricette dem ripetibili: step organizzativi per la gestione del counselling in farmacia

fonte: www.farmacista33.it

Erika Mallarini riflette sui cambiamenti che potrebbero derivare dalle semplificazioni delle ricette ripetibili, dalla gestione degli spazi della farmacia alla organizzazione del personale, e propone alcuni spunti per gestire al meglio il counselling sul farmaco

Semplificazioni, ricette dem ripetibili: step organizzativi per la gestione del counselling in farmacia
Quella delle semplificazioni è un’esigenza avvertita da diversi ambiti del comparto sanità e, capitolo del Pnrr, è richiesta all’Italia anche dall’Europa. Il tema è al centro del dibattito, anche politico, e a invocare adempimenti più semplici, soprattutto in merito alle prescrizioni, sono voci provenienti dal mondo dei farmacisti e dei medici. Sul punto ha avviato una riflessione, in una videointervista a Farmacista33, anche Erika Mallarini, Associate Professor, SDA Bocconi School of Management, che, in relazione alla gestione del paziente cronico, prospetta alcune direttrici di evoluzione per la farmacia, dalla gestione degli spazi e all’organizzazione del personale.

Spinta a semplificazioni: al centro ricette ripetibili e pazienti cronici
Il tema delle semplificazioni sarà sempre più centrale per il nostro Paese. A fine anno, in questo ambito, si sono registrati due passaggi: da un lato, sono state poste le basi per avviare un processo continuo orientato alla semplificazione che sia annuale. Il secondo step – focalizzando l’attenzione sul comparto sanitario e farmaceutico – è quello riguardante lo schema di Disegno di legge “Delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e misure in materia farmaceutica e sanitaria e di autorizzazioni di polizia”, con l’impegno per il Governo di adottare entro il 31 agosto 2024, uno o più decreti legislativi. Un Ddl che dà attuazione a quanto inserito nel documento presentato dalla Federazione degli ordini dei farmacisti con il supporto della Fimmg.
I lavori sono da avviare ma nel testo viene sancita l’esigenza di una semplificazione diretta in particolare ai pazienti cronici, che già aveva trovato valorizzazione in un Ddl di maggio dell’anno scorso. Nel testo circolato, non ancora in GU, si legge che “nella prescrizione di medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale per la cura di patologie croniche, il medico prescrittore può indicare nella ricetta dematerializzata ripetibile, sulla base del protocollo terapeutico individuale, la posologia e il numero di confezioni dispensabili nell’arco temporale massimo di dodici mesi. Il medico, qualora lo richiedano ragioni di appropriatezza prescrittiva, può sospendere, in ogni momento, la ripetibilità della prescrizione ovvero modificare la terapia”. Al momento “della dispensazione, il farmacista informa l’assistito circa le corrette modalità di assunzione dei medicinali prescritti e consegna un numero di confezioni sufficiente a coprire trenta giorni di terapia, in relazione alla posologia indicata, in coerenza con quanto definito nel protocollo. Il farmacista, nel monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica, qualora rilevi difficoltà da parte dell’assistito nella corretta assunzione dei medicinali prescritti, segnala le criticità al medico prescrittore per le valutazioni di competenza. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le ulteriori modalità applicative e le procedure informatiche necessarie per l’attuazione delle disposizioni”.

Aderenza a terapia: “Il farmacista va valorizzato ma va assicurata l’appropriatezza prescrittiva”
In una videointervista sul tema a Farmacista33, da Erika Mallarini, viene ripreso il concetto «dell’accessibilità del farmaco per il paziente» come elemento importante nel percorso di accompagnamento all’aderenza alla terapia. «Misure dirette a rendere più facile e immediato per il paziente l’accesso al farmaco non possono che andare a suo vantaggio» spiega. E va ricordato anche come «nella gestione dell’aderenza alla terapia proprio il farmacista, che è figura di prossimità sul territorio, ha tutte le competenze e le capacità necessarie e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per accompagnare il paziente».
Al riguardo, tuttavia, c’è un aspetto su cui «è necessario avviare una riflessione congiunta: quello della appropriatezza prescrittiva, ambito tipico del medico. Il paziente non resta sempre uguale nel rapporto con la propria patologia: può, per esempio, perdere peso e trovarsi nella necessità di un intervento sul dosaggio; possono insorgere nuove malattie, che richiedano l’intervento di un diverso specialista, con l’esigenza di gestire le interazioni farmacologiche; possono poi essere immessi sul mercato nuovi farmaci più adatti alla specifica situazione del paziente. Questi sono solo alcuni degli scenari che possono capitare e mettono in evidenza come il medico abbia bisogno di un costante accesso alle informazioni riguardanti il paziente, di un feedback su come procede la terapia e sulle condizioni di salute del paziente, in modo da sapere, sempre, se e quando è necessario modificare la terapia».
Si tratta di un aspetto, questo, che «a mio parere, richiede una diversa organizzazione interprofessionale, nuove modalità di relazione tra i vari attori sul territorio, che non possono più essere occasionali, ma devono diventare sistematiche. È necessaria, al contempo, un’evoluzione dei sistemi informativi, un approfondimento, per esempio, delle funzionalità del Fascicolo sanitario elettronico, che deve potenziare la possibilità di comunicazione tra paziente e medico e la interconnessione tra i professionisti sanitari».

Counselling sul farmaco: fondamentale riorganizzazione spazi e personale
Dall’altro lato, anche la farmacia stessa è chiamata a una evoluzione: «la sicurezza del paziente nell’assunzione del farmaco, il successo terapeutico sono obiettivi che richiedono una riorganizzazione interna, a partire dalla logistica degli spazi e delle attività. Il paziente, in particolare, deve poter avere uno spazio riservato per parlare con il farmacista, deve poter fruire di tempo dedicato. Non è facile portare il paziente a essere aderente: quando sta bene, nella maggior parte dei casi, non ritiene di avere bisogno del farmaco, che, anzi, dal suo punto di vista, comporta effetti collaterali. Molte farmacie, in questa direzione, sono già organizzate con spazi dedicati – grazie alla possibilità di effettuare test e vaccini».
Ma c’è anche un altro aspetto su cui riflettere, inerente l’organizzazione del personale: «È chiaro che, per compiere tutte queste attività, occorre dedicare farmacisti, ma oggi viviamo un problema di carenza di figure qualificate. Al riguardo, penso che possa essere utile, nei limiti normativi, contrattuali e di competenze, una rivalutazione delle attività della farmacia per individuare eventualmente la presenza di processi che non siano tipici del farmacista, per una migliore organizzazione del lavoro. In questa direzione, tuttavia, ritengo possa essere necessario pensare a percorsi formativi anche per il personale non farmacista, che opera in farmacia, in modo che sia preparato alle specificità di un presidio così complesso».