Dal 30 marzo la lista di farmaci che passano da diretta a convenzionata

Dal 30 marzo la lista di farmaci che passano da diretta a convenzionata

fonte: www.farma7.it

Una lista di farmaci elaborata dall’Aifa indicherà i medicinali che entro il 30 marzo passeranno dalla distribuzione ospedaliera a quella territoriale, consentendo così ai pazienti di trovare il loro farmaco comodamente in farmacia, senza doversi per forza recare in strutture ospedaliere spesso lontane e con orari di accesso limitati. Una novità contenuta nella Legge di Bilancio 2024, che è stata al centro del convegno “Farmaco accessibile: novità legislative. Cosa cambia per il cittadino” svoltosi ieri a Roma presso il Ministero della Salute, e che è stata commentata subito con soddisfazione dal presidente di Federfarma Marco Cossolo.

Per effetto della Legge di Bilancio 2024, entro marzo l’Aifa stilerà una lista di farmaci che passeranno dalla distribuzione ospedaliera a quella territoriale, cioè nelle farmacie di comunità, e diventeranno più agevolmente accessibili per i pazienti.
“Accogliamo con favore -ha detto Cossolo- l’annuncio dell’imminente revisione, da parte dell’Aifa, del prontuario Pht per rendere facilmente accessibili i farmaci a milioni di malati. La dispensazione in farmacia ha come valore aggiunto un puntuale monitoraggio dell’aderenza alla terapia con evidenti vantaggi non solo in termini di salute per il paziente, ma anche economici per il Servizio sanitario nazionale. Le farmacie continuano a essere a disposizione per favorire questa rivoluzione”.

Cossolo, presidente di Federfarma: “La necessità di una distribuzione dei farmaci più equa e omogenea sul territorio è condivisa da tutti. Le farmacie continuano a essere a disposizione”.
“In farmacia ogni giorno -ha aggiunto il presidente di Federfarma- accogliamo i malati, soprattutto cronici e spesso anziani, che condividono con noi farmacisti i loro disagi legati alla difficoltà di accedere ai farmaci di cui hanno bisogno, perché dispensati solo dalle strutture pubbliche, a volte lontane e con orari di apertura limitati. La necessità di una distribuzione dei farmaci più equa e omogenea sul territorio è condivisa da tutti e unisce forze politiche, società civile e stakeholder del settore”.

Nel corso del convegno (al quale hanno partecipato tutti i rappresentanti delle parti coinvolte) è stata messa in evidenza l’importanza del cambiamento, con una lista di farmaci periodicamente aggiornata dall’Aifa, che riguarderà verosimilmente medicinali utilizzati per la cura di patologie croniche o di lunga durata (come tumori, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva), che diventeranno più facilmente accessibili, con la distribuzione in farmacia, a cittadini che li devono assumere con continuità.

In proposito -ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci– “abbiamo voluto rafforzare la tutela della garanzia dei cittadini ad accedere più facilmente al farmaco; soprattutto degli over 65, dei disabili, dei malati oncologici che costituiscono i maggiori fruitori della distribuzione diretta e che chiedono un sistema sanitario sempre più di prossimità. Né vanno dimenticati quanti vivono in aree interne e in Comuni che, non disponendo di farmacie ospedaliere, devono percorrere lunghe distanze per raggiungere strutture che spesso osservano orari e giorni di apertura che possono essere limitanti per i pazienti”.

Schillaci, ministro della Salute: “Rivedere il processo di distribuzione del farmaco permette di valorizzare il servizio cognitivo che il farmacista svolge”.
Ha poi osservato il ministro che “le farmacie sono sempre più percepite come strutture di prossimità grazie alla loro capillarità e alla loro continuità di servizio. Rivedere il processo di distribuzione del farmaco permette, inoltre, di valorizzare il servizio cognitivo che il farmacista svolge, incentivando quell’appropriatezza e persistenza nelle terapie che sono necessarie per ottenere migliori esiti, riduzione delle complicanze, con un beneficio anche per la sostenibilità del sistema”.

Gemmato, sottosegretario alla Salute: “È un cambiamento epocale, perché mette in discussione una disposizione normativa che risale a oltre venti anni fa, ormai anacronistica”.
Aggiunge Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute: ““Rendere accessibile il farmaco significa migliore aderenza terapeutica, migliore cura del cittadino, maggiore sostenibilità e risparmio per le casse dello Stato. Si è stimato che sono circa 1,7 milioni, in Italia, i ricoveri inappropriati dovuti a mancata aderenza terapeutica e che potrebbero essere risparmiati. È un cambiamento epocale, perché mette in discussione una disposizione normativa che risale a oltre venti anni fa, ormai anacronistica”.

Mandelli, presidente di Fofi: “Un’importante novità a beneficio dei cittadini, che consentirà di semplificare l’accesso ai medicinali, con risvolti positivi sulla continuità terapeutica e sull’aderenza alle cure”.
Anche il presidente della Fofi Andrea Mandelli ha salutato con favore l’innovazione, cone riportato da “Il Farmacista online”: “Il trasferimento della dispensazione dei farmaci dall’ospedale alle farmacie territoriali, così come previsto dall’ultima legge di Bilancio, rappresenta un’importante novità a beneficio dei cittadini, che consentirà di semplificare l’accesso ai medicinali, con risvolti positivi sulla continuità terapeutica e sull’aderenza alle cure. La Federazione ha da sempre sostenuto l’opportunità di riportare sul territorio i farmaci che non sono riservati all’uso ospedaliero con l’obiettivo di ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver”.

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità

fonte: www.pharmaretail.it

Farmacie sempre più attive sui servizi, le novità
I servizi in farmacia sono sempre più diffusi nelle diverse realtà e i cittadini sembrano apprezzare le diverse possibilità messe a disposizione. Tra le novità in questo settore, l’attivazione nelle farmacie del Veneto di tutti servizi previsti dal documento Stato-Regioni e la Regione, il successo dello screening del tumore al colon-retto in Liguria e la possibilità per le farmacie dell’Emilia-Romagna di utilizzare locali esterni.

In Emilia-Romagna possibile usare locali esterni
Sono nove le attività erogate dalle farmacie del Veneto e finanziate dall’accordo nazionale: riconciliazione terapia farmacologica; monitoraggio aderenza; screening diabete; Fascicolo sanitario elettronico (Fse); telemedicina; screening colon retto; vaccinazione anti Covid; vaccinazione antinfluenzale; formazione. Le farmacie venete si confermano così parte integrante del Sistema sanitario regionale: un ruolo riconosciuto dalla Regione del Veneto che, attraverso la Deliberazione di Giunta n. 97 del 12 febbraio 2024, sta valutando quali servizi rendere strutturali, come già avvenuto per lo screening del colon retto, in un’ottica di “convenzionamento” delle farmacie nell’ambito del Ssr.

Sul fronte dello screening del colon retto, nel 2022 hanno aderito 1.280 farmacie venete, raccogliendo 932.319 campioni e coprendo il 56% della popolazione nel target 50-69 anni. Dal 2023 la Regione ha deciso di continuare il progetto dello screening (estendendolo alla popolazione dai 70 ai 74 anni), finanziandolo di tasca propria – senza utilizzare più i fondi statali – e rendendolo così un’attività strutturale e continuativa delle farmacie. Sul fronte della telemedicina (servizio attivato solo in televisita nell’Ulss 7 Pedemontana), dal monitoraggio del progetto tra primo settembre 2022 e 24 maggio 2023 hanno aderito 69 farmacie che hanno fin qui effettuato 3.171 televisite. Sono solo alcuni numeri della sperimentazione della Farmacia dei servizi nel Veneto, che «confermano il ruolo centrale delle farmacie che, grazie alla loro capillarità sul territorio e al rapporto di fiducia instaurato coi pazienti, rappresentano il primo punto di riferimento per i cittadini», sottolinea Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto, associazione che rappresenta quasi 1.200 farmacie. «In Veneto questo modello sta dando risultati concreti. La recente Delibera della Giunta regionale rappresenta un’ulteriore e fondamentale tappa del percorso verso un’integrazione strutturata e strutturale della rete delle farmacie all’interno del Sistema sanitario regionale, utile anche ai fini di un futuro “convenzionamento” dei servizi che, sottraendoli all’estemporaneità che finora li ha determinati, possa renderne continuativa l’erogazione da parte delle farmacie».

In Liguria sono stati oltre 6.500 i kit per la prevenzione del tumore del colon-retto ritirati nelle farmacie, tra metà dicembre e metà febbraio, o presso gli sportelli Asl. Un numero triplo rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Di pari passo è aumentato anche il numero di campioni riconsegnati. A fronte delle oltre 11.800 lettere di invito ad aderire allo screening per il tumore del colon-retto, dunque, più del 55% degli interessati ha ritirato il kit nell’ambito della campagna di prevenzione Prenoto Prevengo e oltre il 49% ha effettivamente aderito, riconsegnando il campione per le analisi. Lo scorso anno, invece, entrambe queste percentuali si assestavano sul 20%.

Infine, la Regione Emilia-Romagna ha definito i requisiti generali, procedurali, organizzativi, strutturali, igienico sanitari e tecnologici che una farmacia deve avere per svolgere attività sanitarie, diverse dalla dispensazione di medicinali: vale a dire prestazioni previste nella Farmacia dei servizi dal Dlgs 153/2009, sia nei locali della farmacia sia in locali esterni a essa.

In particolare, la delibera stabilisce come gestire i locali esterni per l’erogazione di servizi. Per quanto riguarda «le farmacie di nuova apertura, quelle che si trasferiscono in locali nuovi e quelle che annettono locali distaccati», esse sono tenute a dichiarare, rispettivamente nell’istanza di apertura ed esercizio dell’attività, di trasferimento dei locali e di utilizzo di locali distaccati – di possedere i requisiti, previsti dal Dlgs 153/2009, «in relazione alle prestazioni di farmacia dei servizi che intendono svolgere». Mentre le farmacie già aperte e che offrono già servizi sanitari previsti nella Farmacia dei servizi hanno 90 giorni dall’entrata in vigore della delibera per comunicare «quali servizi vengono offerti nella farmacia, attestando il rispetto dei requisiti o, eventualmente, quali requisiti non sono rispettati. In quest’ultimo caso entro i 3 anni dall’approvazione del presente atto le farmacie devono adeguarsi e darne comunicazione al Comune». La Giunta ha ritenuto opportuno esplicitare anche che «i medesimi locali possono essere destinati in tempi diversi, mediante appropriata organizzazione dell’attività, a prestazioni diverse tra quelle proprie della farmacia dei servizi», sempre nel rispetto dei requisiti oggetto della norma. I locali distaccati, inoltre, «possono essere utilizzati anche da parte di altre farmacie, previa stesura di una procedura operativa condivisa e la stipula di un apposito contratto. I locali condivisi sono ubicati all’interno della sede farmaceutica della farmacia che ne ha ottenuto apposita autorizzazione di utilizzo».

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?

fonte: www.pharmaretail.it

L’AI Generativa e l’impatto sulle farmacie: come creare contenuti rilevanti e scevri da rischi?
Il 2023 è stato l’anno in cui, da una dimensione di nicchia, soprattutto grazie alla diffusione di ChatGPT, l’intelligenza generativa (AI), è diventata un fenomeno di massa.

Le novità introdotte dall’applicazione dell’AI generativa delineano una nuova rivoluzione tecnologica e il 40% delle aziende hanno già investito in team e budget dedicati​​.

In che modo l’AI può rappresentare uno strumento anche per la farmacia? Ne abbiamo parlato con Franz Russo, Digital Strategist e Blogger, che ci ha offerto una panoramica di come può essere utilizzata in modo responsabile per migliorare la presenza digitale della farmacia e creare contenuti rilevanti ed efficaci per i clienti e pazienti. E ci ha aiutato a capire quali sono, oltre alle opportunità, anche i potenziali rischi dell’adozione di strumenti di AI.

Come l’AI può essere utile alla farmacia?

Innanzitutto, può aiutare le farmacie a migliorare la comunicazione con i propri clienti. L’AI generativa può essere utilizzata per creare contenuti personalizzati, come articoli informativi, consigli del farmacista o video tutorial. Questi contenuti possono essere indirizzati a specifici gruppi di clienti, in base alle loro caratteristiche demografiche, ai loro interessi o alle loro esigenze di salute. L’AI generativa può anche essere utilizzata per creare chatbot che possono rispondere alle domande dei clienti/pazienti in modo rapido e preciso.

E quali benefici in termini economici può portare alle farmacie?

Dal punto di vista economico, si prevede che l’AI generativa possa aumentare le vendite delle attività produttive dell’8% e ridurre i costi del 7% nei prossimi tre anni, oltre a migliorare significativamente l’engagement e la soddisfazione dei clienti​​. Questi dati suggeriscono che l’AI generativa può essere un potente acceleratore di crescita ed efficienza per le aziende. Non c’è ancora un dato attendibile vero e proprio che riguarda le farmacie, siamo ancora agli inizi. Ma possiamo ragionevolmente prevedere che anche le farmacie incorporando l’AI possano trarre dei benefici concreti.

L’AI, tuttavia, soprattutto quando si parla di contenuti legati alla salute, pone di fronte a rischi non indifferenti

Certo, l’AI generativa offre possibilità straordinarie tutte da cogliere. Ma, allo stesso tempo, solleva questioni cruciali riguardo all’originalità, all’autenticità e all’etica dei contenuti generati. Strumenti come ChatGPT con plugin Bing e il chatbot AI di Google, Bard, hanno introdotto cambiamenti significativi nelle strategie di posizionamento dei contenuti sul web, influenzando sia i risultati di ricerca sia il processo di creazione e ottimizzazione dei contenuti. Ma già alla fine del 2022, prevedendo cosa sarebbe accaduto poi nel 2023, Google (il più grande motore di ricerca sul web, oltre che il più usato) metteva tutti in guardia con un claim semplice ed efficace: “Content for Humans”.

Google sottolinea, dunque, l’importanza di creare contenuti che siano principalmente orientati verso gli utenti umani piuttosto che verso i motori di ricerca. Un approccio che enfatizza la necessità di produrre articoli originali per il settore di riferimento, e rilevanti, che rispondano alle esigenze informative del pubblico a cui ci si vuole rivolgere, evitando l’uso eccessivo di parole chiave e tecnicismi legati alla SEO (Search Engine Optimization)​​. In un’era in cui l’AI generativa sta diventando sempre più rilevante, è fondamentale mantenere un focus umano nella creazione di contenuti, assicurando che siano pertinenti, coinvolgenti e di valore per il pubblico reale a cui ci si vuole riferire.

Ma oltre al rischio di non raggiungere in modo corretto il proprio pubblico, quali sono quelli più specifici in cui potrebbe incorrere la farmacia?

L’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa nel settore sanitario, e in particolare nelle farmacie, richiede una valutazione approfondita dei rischi associati. È fondamentale per le farmacie considerare non solo i benefici in termini di efficienza operativa e innovazione, ma anche le potenziali minacce, come la salvaguardia della privacy dei dati e il rischio di disinformazione. Nel contesto specifico delle farmacie, è essenziale adottare un approccio cauto nell’implementazione di sistemi di AI generativa, assicurandosi che il personale sia adeguatamente formato e informato sui rischi e sulle best practices da seguire. Questo include una comprensione dettagliata di come la tecnologia AI possa influenzare la gestione dei dati dei pazienti e la comunicazione delle informazioni sanitarie.

Inoltre, con l’evoluzione e la convergenza dell’IA generativa con altre tecnologie emergenti, sorgono preoccupazioni specifiche nel contesto della salute. Tra questi, il rischio di non poter distinguere chiaramente tra risultati generati dall’intelligenza artificiale e quelli derivanti da interventi umani, una distinzione critica nel settore farmaceutico, dove l’accuratezza e la veridicità delle informazioni possono avere implicazioni dirette sulla salute e la sicurezza dei pazienti. Pertanto, è necessario per le farmacie adottare strategie di gestione dei rischi che siano in grado di affrontare queste sfide uniche, assicurando che l’uso dell’IA generativa sia allineato non solo con gli obiettivi di business, ma anche con gli elevati standard etici e di sicurezza richiesti nel settore sanitario.

Concludo l’intervista con cinque consigli ai farmacisti per utilizzare l’AI in modo efficace e responsabile.

Comprendere le opportunità e i rischi: prima di adottare l’AI generativa, è importante valutare in modo critico come l’AI può migliorare le operazioni e i servizi della farmacia.
Formazione del personale: preparare il personale della farmacia è fondamentale, dunque prevedere un percorso di formazione su come creare contenuti con l’AI, gestire sistemi basati su di essa e garantire la sicurezza dei dati.
Mantenere un approccio umano: assicurarsi che i contenuti generati siano pertinenti, di valore e rispondano alle esigenze dei clienti della farmacia. Evitare l’uso eccessivo di parole chiave e tecnicismi a favore di contenuti leggibili e utili.
Gestione dei dati e della privacy: garantire che i dati siano trattati in conformità con le normative sulla privacy e proteggerli da possibili violazioni. L’AI generativa può richiedere l’accesso a dati sensibili, quindi è importante gestirli in modo responsabile.
Monitoraggio e valutazione continua: implementare sistemi di monitoraggio e valutazione per misurare l’efficacia dell’AI generativa nella farmacia. Raccogliere feedback dai clienti e dai dipendenti per apportare miglioramenti continui e adattare l’uso dell’AI in base alle esigenze in evoluzione.
Per i farmacisti interessati ad approfondire il tema dell’AI in farmacia, ho in programma un webinar gratuito il 30 gennaio alle ore 14.00. Cliccando qui è possibile iscriversi.

La galenica come risposta alle carenze

La galenica come risposta alle carenze

fonte: www.farmacianews.it

Nell’intento di fornire ai cittadini un supporto nella ricerca della farmacia più vicina FOFI e SIFAP hanno promosso un censimento delle farmacie che allestiscono preparati

Elena D’Alessandri4 marzo 2024
Negli ultimi anni, prima la pandemia Covid-19 e quindi la guerra tra Russia e Ucraina e le crescenti tensioni geopolitiche su scala globale hanno portato a ricorrenti fenomeni di mancanza di farmaci sul mercato – per la carenza di materie prime e di materiale utile al packaging del farmaco – problema questo estremamente delicato sia per i pazienti che per la sanità nel suo complesso.

Con l’ultimo picco influenzale è emersa con maggiore forza la necessità di trovare strumenti efficaci nel contrastare i fenomeni di carenza o indisponibilità dei farmaci, andando così ad attenuare i disagi che queste mancanze determinano sui cittadini impegnati nella ricerca di medicinali necessari per la gestione delle loro patologie.

L’importanza della galenica
Nel corso delle riunioni del Tavolo tecnico di lavoro in materia di approvvigionamento farmaci istituito presso il Ministero della Salute, è stata sottolineata l’importanza dell’attività galenica che rappresenta una importante strategia di contrasto a fenomeni di carenza o indisponibilità dei medicinali.

L’iniziativa FOFI-SIFAP
Con l’obiettivo di fornire al Ministero tutte le informazioni necessarie ad assumere decisioni in merito nonché semplificare i cittadini nella ricerca di farmacie che allestiscono preparati, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani – FOFI, in collaborazione con SIFAP – Società italiana dei Farmacisti Preparatori, ha avviato un censimento delle farmacie che allestiscono preparati.

Proprio in tal senso, e per conoscere la tipologia dei preparati galenici allestiti nelle singole farmacie presenti sul territorio, è stato predisposto un questionario che può essere compilato direttamente dalla pagina dedicata sul sito web della Federazione.

Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti

Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti

fonte: www.farmacista33.it

Dal 1° marzo è in vigore la nuova remunerazione delle farmacie con il nuovo sistema di calcolo del rimborso dei farmaci erogati in regime convenzionato. Ecco alcune prime indicazioni sulla operatività

di Francesca Giani
Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti
La nuova remunerazione delle farmacie è entrata in vigore dal 1° marzo, con il nuovo sistema di calcolo del rimborso dei farmaci erogati in regime convenzionato che supera la remunerazione a percentuale sul prezzo del farmaco, per adottare il sistema misto a due quote – di cui una fissa e una variabile. Tra sconti e nuove quote non sono pochi i cambiamenti. Ecco alcune prime indicazioni sulla operatività.

Le nuove regole della remunerazione delle farmacie in vigore dal primo marzo
Le nuove regole per la remunerazione della farmacia sono contenute nella Legge Bilancio 2024. In particolare, a essere previsto, al comma 2, è che, nell’ambito dei limiti fissati per la spesa a carico del Servizio sanitario nazionale per i farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, a decorrere dal 1° marzo 2024 è attiva la sostituzione del sistema a quota fissa con un sistema a quota variabile e quote fisse.
Nello specifico, le nuove indicazioni sono:
a) una quota percentuale del 6% rapportata al prezzo al pubblico al netto dell’IVA per ogni confezione di farmaco;
b) una quota fissa pari a 0,55 euro per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico non superiore a 4,00 euro;
c) una quota fissa pari a 1,66 euro per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico compreso tra euro 4,01 e euro 11,00;
d) una quota fissa pari a euro 2,50 per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico superiore a euro 11,00;
e) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,1 per ogni confezione di farmaco appartenente alle liste di trasparenza, limitatamente all’anno 2024.
Dal 1° gennaio 2025, in merito a quest’ultimo punto, la cifra che verrà riconosciuta alle farmacie passerà a 0,115 euro per ogni confezione di farmaco appartenente alle liste di trasparenza.

Le misure a tutela della capillarità e le norme abrogate
Oltre a questo, al fine di confermare e rafforzare la capillarità della rete delle farmacie sul territorio nazionale, al comma 3, sono, inoltre, riconosciute:
a) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 1,20 per ogni farmaco erogato dalle farmacie con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 150.000;
b) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,58 per ogni farmaco erogato dalle farmacie – ad esclusione di quelle riportate sotto – con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 300.000;
c) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,62 per ogni farmaco erogato dalle farmacie rurali sussidiate, come definite dalla legge 8 marzo 1968, n. 221, con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 450.000.
Al contempo, con il comma 7, vengono anche abrogate le disposizioni che disciplinano la remunerazione aggiuntiva.

Sconti: cosa cambia. Le prime indicazioni
Sempre a decorrere dal primo marzo, cessa l’applicazione degli sconti, ferme restando le quote di spettanza per le aziende farmaceutiche sul prezzo di vendita al pubblico dei farmaci essenziali, per malattie croniche e dei farmaci equivalenti (con esclusione dei medicinali originariamente coperti da brevetto o che abbiano fruito di licenze derivanti da tale brevetto) e lasciando inalterate le quote a favore dei distributori intermedi.
Nello specifico cessano:
a) sconto a beneficio del SSN proporzionale al prezzo del farmaco per le diverse tipologie di farmacia – definito ai sensi dell’art.1, comma 40, della legge 23 dicembre 1996, n.662;
b) sconto disposto con Determinazione AIFA del 9 febbraio 2007. Detta scontistica, secondo quanto riferisce Federfarma, non dovrà più essere applicata né per le cessioni in regime SSN né per le cessioni in regime privatistico.
c) sconto di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2004, n. 156, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2004, n. 202;
d) sconto di cui all’articolo 11, comma 6, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge, 30 luglio 2010, n. 122.

In una comunicazione di Federfarma di ieri, viene affrontato il tema del cosiddetto sconto industria 0,6%, contenuto nella Determinazione AIFA 27 settembre 2006 e “cristallizzato a norma dell’articolo 1, comma 796, lett. f) e ss.gg., della Legge 296/2006”. Si tratta di una percentuale “pari all’1% a carico dell’industria sul prezzo ex factory del medicinale e corrispondente allo 0,6% del prezzo al pubblico IVA compresa. Tale quota continua a permanere, in quanto la Determinazione AIFA 27.9.2006 non viene incisa dalle nuove norme in materia di remunerazione delle farmacie. La Determinazione AIFA 27.9.2006 nello specifico stabilisce che tale sconto sia riconosciuto anche al cittadino in caso di cessione del medicinale in regime privatistico al di fuori del SSN e quindi i gestionali delle farmacie dovranno continuare a riconoscere la scontistica. Mentre se la cessione avviene in regime SSN, tali farmaci continueranno ad avere la consueta metodologia di esposizione in DCR. A ogni modo il riconoscimento dello sconto industria 0,6% non incide economicamente sulle farmacie, in quanto gravante esclusivamente sull’industria”.

Per quanto riguarda infine le quote a carico del cittadino, per i farmaci delle liste di trasparenza non al prezzo di riferimento, continuano a essere calcolate sulla differenza tra il prezzo al pubblico e il prezzo di riferimento e, in generale, le modalità di riscossione dei ticket non cambia.

Fap, da chiusura 2023 utili e dividendi per i soci. Morra: pronti a lavorare con altre cooperative

Fap, da chiusura 2023 utili e dividendi per i soci. Morra: pronti a lavorare con altre cooperative

fonte: www.pharmacyscanner.it

Fap – Farmacisti associati Piemonte, il network che riunisce oltre cento soci tra i titolari dell’astigiano e dell’alessandrino, ha chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 71,5 milioni di euro, in crescita del 6,4% sul 2022. A comunicarlo una nota della società che ne sottolinea la rilevanza a fronte dell’instabilità e dell’incertezza che ha contraddistinto l’ultimo anno. «Un importante driver» commentano al network «è stato l’integrazione societaria con il terzo leader della distribuzione farmaceutica, So.Farma.Morra Group, che ha garantito solidità al network e consentito di ampliare le farmacie servite sul territorio».

Ai 113 farmacisti soci, infatti, il network ha aggiunto (grazie alla rete vendita del grossista) 38 farmacie clienti, che hanno beneficiato dei listini e della consegna capillare dal magazzino Fap di Solero (provincia di Asti e Alessandria). «Con la condivisione e integrazione del business del gruppo Morra» rimarca ancora la nota «Fap ha lanciato due grandi progetti innovativi: la private label Formula Farmacia e il farmaco d’importazione, frutto della sinergia con Gmm, la branch farmaceutica guidata da Gian Maria Morra».

«Siamo orgogliosi di aver chiuso il 2023 in crescita» ha commentato Gian Luca Lucarno, direttore commerciale di Fap «ciò che da sempre ci guida è la selezione dei listini, grazie alla quale ci garantiamo una crescita delle quote di mercato dei nostri partner e la qualità dei servizi ai nostri soci. La ricerca di strumenti e screening è un asset fondamentale per le farmacie, perché offre la possibilità a tutti di avere accesso anticipato ad analisi ed esami di prima istanza, e ricopre un valore sociale nell’ambito dell’assistenza sanitaria».

Per il 2024. continua il comunicato del network, «si prevede un rafforzamento del portafoglio listini e un ampliamento dei servizi, con la telemedicina che si estenderà a tutte le farmacie del network». Non è escluso, conclude Fap, un ampliamento del perimetro distributivo alle province di Vercelli e Novara.

MORRA: CON IL NOSTRO MODELLO SOLIDITÀ E PREMIALITÀ PER LE COOPERATIVE
Per So.Farma.Morra, i risultati di questo primo anno dopo l’ingresso in Fap confermano la bontà del modello. «Le cooperative dei farmacisti che vogliono affrontare il futuro con un progetto solido» commenta a Pharmacy Scanner Ettore Morra, co-ceo del gruppo «trovano in noi un partner che assicura sostenibilità economica dei bilanci e premialità/dividendi ai soci di tutto rispetto. Oggi più che mai occorrono progettualità serie, perché la distribuzione deve sostenere sé stessa e la farmacia creando valore aggiunto e questo è possibile soltanto se si dispone di un adeguato modello gestionale. Abbiamo concluso negli ultimi anni una serie di joint venture, prima con Cotafarti, poi con Corofar e ora con Fap, che hanno avuto per comun denominatore proprio questo assunto. E per tale motivo vogliamo attrarre altre aziende pronte a imboccare lo stesso percorso, senza peraltro perdere la loro identità».