Di Simona Zazzetta| Farmacista33

Il tema delle carenze di farmaci in Italia e del mercato parallelo, va guardato in tutti i suoi diversi aspetti e attribuire le responsabilità esclusivamente alla distribuzione intermedia, come emerge dalle parole di Massimo Scaccabarozzi nel corso della trasmissione Ballarò, è «un’analisi generica e superficiale del fenomeno». Così Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi commenta a Farmacista33 le affermazioni del presidente di Farmindustria che, sollecitato sull’argomento parallel trade dal conduttore, ha spiegato che «in Italia il prezzo dei farmaci è mediamente più basso del 15-20% rispetto ad altri paesi, e mentre l’industria li vende solo a ospedali e alla distribuzione intermedia perché arrivino alle farmacie, i distributori hanno interesse a portarli in mercati esteri perché trovano margini di guadagno superiore, con danni per i pazienti italiani, per il servizio sanitario e per le filiali di aziende italiane all’estero che perdono parte del guadagno».

 

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Ma secondo Mirone, «sarebbe meglio non attribuire genericamente le responsabilità ma, invece, individuare le diverse componenti del problema» e puntualizza che «Federfarma Servizi combatte il fenomeno con azioni concrete, e soprattutto non lo pratica. Noi» dichiara «non esportiamo i farmaci all’estero». «Dal canto suo» aggiunge «l’industria non è del tutto immune da colpe dato che spesso non invia il quantitativo adeguato per il mercato italiano, probabilmente per una sottostima del fabbisogno. Vanno poi considerate alcune anomalie nel rilascio ai farmacisti dell’autorizzazione a fare i grossisti prevista dal decreto 219. Da una recente analisi, nell’ambito di una sperimentazione condotta in alcune regioni insieme all’Aifa, è emerso che in alcune regioni, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia c’è un numero molto elevato di farmacie dotate di tale autorizzazione. E nelle stesse zone si riscontra un peggioramento delle carenze. Parlare di coincidenze sarebbe ingenuo, meglio cercare una chiave di lettura più attenta e, come stiamo facendo, verificare se in alcuni casi c’è stata eccessiva facilità al rilascio. Questi controlli, a nostro avviso, andrebbero fatti periodicamente e non solo al momento della richiesta da parte del farmacista».

Federfarma Servizi, ricorda Mirone, «ribadisce alcune proposte che sono state portate all’industria in diverse occasione. Da una parte l’introduzione del doppio prezzo che scoraggerebbe l’esportazione parallela. Una proposta inizialmente rigettata ma che oggi vede posizioni diverse nell’industria che non dà più una risposta negativa univoca, anzi una buona parte sarebbe favorevole. Dall’altra la tracciabilità del prodotto in tutto il suo percorso nella filiera. Un processo che nelle cooperative è facilitato dal fatto che c’è un interesse reciproco, da una parte ottenere il farmaco dall’altra tracciarlo».