fonte: www.farmacista33.it

Per combattere il caldo estivo, soprattutto le ondate di calore che si presentano con temperature spesso al di sopra delle medie stagionali, il Ministero della Salute ha pubblicato il decalogo dei comportamenti suggeriti, molti dei quali riguardano anche i comportamenti alimentari. Per prevenire gli effetti del caldo, dall’insolazione, al colpo di calore, una serie di raccomandazioni riguardano l’esposizione al sole e l’uscita nelle ore più calde, che dovrebbero sempre essere evitate se possibile, in particolare per i cittadini più anziani e più fragili. Il pericolo principale è la disidratazione, dovuta all’eccessiva perdita di liquidi unita al mancato reintegro. Quando la temperatura è elevata e le condizioni ambientali non sono favorevoli (alta umidità, assenza di vento) il meccanismo di termoregolazione, che raffredda il corpo attraverso il sudore, non riesce ad essere efficace.

Liquidi non devono mai mancare
Fondamentale quindi è non fare mai mancare l’adeguata quantità di liquidi (ad eccezione delle bevande alcoliche), per recuperare quelli persi e per garantire un corretto scambio e il reintegro di minerali. Per gli anziani, fra le categorie più a rischio di disidratazione, si ricorda l’importanza di bere regolarmente anche in assenza dello stimolo della sete. Ma anche gli sportivi o chi assume regolarmente farmaci che favoriscono la perdita di acqua (esempio i diuretici) devono garantire all’organismo un ricambio sufficiente. Il National Institute for Health Research, l’agenzia governativa britannica, segnala che fra le persone generalmente più esposte ci sono anche quanti soffrono di long-Covid, cioè chi dopo molti mesi dalla negativizzazione continua ad avere difficoltà di respiro e tosse, o altri disturbi come debolezza, febbre, disturbi del sonno, delirium (nelle persone anziane), difficoltà di concentrazione, disturbi gastrointestinali; dai dati di alcuni casi studio riportati si è visto come questi soggetti possano risultare particolarmente intolleranti alle condizioni di caldo intenso. La quantità di acqua suggerita è pari a due litri al giorno (fatte salve esigenze di salute specifiche); anche frutta e verdura, aiutano a mantenere l’idratazione. È bene scegliere i frutti che contengono molta acqua ed una minore quantità di zuccheri. Le verdure più indicate sono quelle con abbondanti antiossidanti (peperoni, pomodori, carote, lattughe), che svolgono anche un’azione protettiva verso il danno ossidativo indotto dall’ozono, un gas presente in alta concentrazione proprio nelle ore più calde della giornata.

Alimentazione in caso di patologie
Devono essere valutate dal medico curante invece tutti quei casi di patologie particolari che necessitano di un controllo del consumo di liquidi (epilessia o malattie del cuore, rene o fegato, o ritenzione idrica); così come va limitato il consumo di acqua oligominerale (a meno di necessità specifiche) e l’uso di integratori alimentari, che va valutato sempre insieme al medico curante. Per quanto riguarda i pasti un’attenzione particolare va posta nella preparazione e nella conservazione domestica, soprattutto per gli alimenti deperibili (latte, formaggi freschi, pesce e carni, dolci con creme fresche, gelati). Gli avanzi di cibo cotto, da conservare, vanno raffreddati velocemente e riposti al freddo. Anche i cibi cotti infatti possono contaminarsi nuovamente con microrganismi presenti nell’ambiente, che trovano con il caldo estivo le condizioni ideali alla proliferazione, favorendo la selezione di quelli che possono causare patologie gastroenteriche anche gravi. I prodotti freschi o surgelati acquistati devono essere trasportati possibilmente in sacchetti termici e ricollocati velocemente alle basse temperature (frigorifero o freezer), una volta a casa, in modo da rispettare la catena del freddo. Una particolare attenzione va quindi posta anche nel consumo fuori casa di alimenti pronti se si ha il sospetto che non vengano conservati nelle condizioni ideali.
Il Ministero della Salute ricorda che comunque è importante distinguere tra febbre e innalzamento temporaneo della temperatura corporea dovuto al caldo (ipertermia). Si tratta di ipertermia se, dopo una pausa di almeno mezz’ora in un luogo rinfrescato, la temperatura corporea diminuisce. I sintomi più frequenti con cui si manifesta l’infezione da Covid-19, invece, sono febbre, tosse secca e debolezza. In caso siano presenti questi sintomi vanno seguite le raccomandazioni per proteggere la propria salute e quelle dei propri familiari.