Fonte: www.federfarma.it

Dovrebbe insediarsi già prima di Natale il gruppo di studio che, in rappresentanza di tutta la filiera farmaceutica, lavorerà alla ricerca comparativa sui costi economico-sociali del doppio canale (diretta, dpc e convenzionata) proposta a ottobre dalla Sifo. L’annuncio arriva dallo stesso presidente della società dei farmacisti ospedalieri, Marcello Pani, intervenuto ieri alla tavola rotonda su presente e futuro dei modelli distributivi del farmaco proposta nella cornice del 37° Congresso nazionale della Sifo, in corso a Milano fino a domani. «Questa per noi una scommessa» ha detto Pani «facciamo sul serio e vogliamo che allo studio partecipino in posizione paritaria tutti gli altri attori della filiera». Per questo, ha continuato Pani, la Sifo invierà già nei prossimi giorni una lettera a tutte le sigle che hanno dato il proprio benestare al progetto e allo studio, che verrà coordinato da Giuseppe Turchetti, docente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e al quale ogni attore potrà partecipare con propri esperti.

Soddisfazione da parte di Federfarma, che alla tavola rotonda di Milano era presente con il proprio segretario nazionale, Alfonso Misasi. «Accogliamo positivamente l’impegno della Sifo» spiega Misasi a Filodiretto «e offriamo fin d’ora la nostra piena collaborazione alla buona riuscita dello studio. Abbiamo ttuti bisogno di dati sui quali ragionare per proporre soluzioni condivise che valorizzino il ruolo di tutte le professionalità interessate».
Ma al congresso di Milano Federfarma ha anche lanciato alla Sifo alcuni spunti per proseguire e allargare la collaborazione avviata con il tavolo sulla riorganizzazione del Pht. «Oggi la parola d’ordine è monitoraggio dell’aderenza terapeutica» ha detto Misasi nel suo intervento alla tavola rotonda «mettiamo allora in rete tra loro farmacie del territorio e farmacie ospedaliere per scambiare dati e informazioni sui pazienti, sulle patologie, sulla farmacovigilanza. Promuoviamo anche iniziative formative congiunte e studi per approfondire l’efficacia dei modelli distributivi in determinate categorie di farmaci».

Non solo: da Federfarma è arrivata anche la proposta di fare squadra per uniformare la dpc su tutto il territorio nazionale, dato che oggi le differenze non si fermano soltanto al livello regionale ma arrivano talvolta anche alle singole Asl. «Una maggiore omogeneità» ha osservato Misasi «oltre a evitare discriminazioni tra cittadini residenti in territori diversi, metterebbe anche in grado le farmacie di svolgere al meglio il proprio lavoro e consentirebbe di disporre di dati più facilmente confrontabili tra le varie realtà». Infine, ha continuato il segretario nazionale della Federazione, «trasferiamo dalla diretta alla dpc tutti i farmaci che non richiedono un controllo specifico in fase di somministrazione da parte della Asl. È inutile imporre ai malati o ai loro parenti gravosi spostamenti e costi sociali, soprattutto in una fase di crisi economica complessiva, per ritirare farmaci che possono tranquillamente essere trovati nella farmacia sotto casa». Si può mantenere l’acquisto in capo alla Asl, ha avvertito «ma diamo l’opportunità al paziente di andare in farmacia e al farmacista di comunità di svolgere il proprio ruolo in modo più completo, promuovendo in maniera efficace il monitoraggio dei farmaci e l’aderenza alle terapie». Sono tutte proposte che potranno essere ulteriormente valutate quando partirà lo studio sui costi del doppio canale. (AS