Fonte: www.federfarma.it| 3 agosto 2016

Lloydspharmacy, la catena britannica controllata da Celesio (che in Italia gestisce sotto la stessa insegna 126 farmacie comunali e una ventina di private in franchising), potrà completare l’acquisizione delle farmacie Sainsbury soltanto se venderà 12 dei suoi attuali punti vendita.E’ quanto ha deciso nei giorni scorsi l’antitrust inglese dopo avere esaminato le ricadute dell’operazione conclusa da Celesio un anno fa: Lloydspharmacy, che conta 1.540 farmacie in tutto il Regno Unito, aveva rilevato per circa 125 milioni di sterline i 277 esercizi della catena di supermercati Sainsbury, 273 dei quali ubicati nei centri commerciali del gruppo e i restanti quattro in strutture ospedaliere.

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L’antitrust aveva subito puntato la propria lente sull’acquisizione e dopo una minuziosa indagine è giunta alla conclusione che in alcune aree del Paese, come in Inghilterra e in Galles, la fusione avrebbe intaccato seriamente la competizione tra farmacie, a causa della frequente prossimità di esercizi appartenenti alle due insegne. «In quelle zone nelle quali le farmacie Sainsbury rappresentano oggi un forte competitor» è il parere dell’antitrust «l’appartenenza a un unico operatore comporterebbe riduzioni nella qualità del servizio in nome della massimizzazione dei profitti, perché non ci sarebbe alcun timore di perdere clientela a vantaggio dei concorrenti».Sulla base di tali considerazioni, l’authority ha quindi intimato a Lloyds di dismettere dodici delle sue farmacie, non scelte a caso ma nelle località individuate dall’antitrust stessa: Beaconsfield, Bracknell, Cardiff, Christchurch, Kempston, Kidlington, Leeds, Liverpool, Luton, Reading/Theale, Sandy e Warlingham. «Vendendo queste farmacie a una diversa proprietà con la dovuta esperienza e invogliata ad attrarre nuovi clienti e quote di mercato» è il ragionamento dell’autorità britannica «avremo la sicurezza che i consumatori non verranno danneggiati dall’acquisizione Celesio-Sainsbury». (AS)

 

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