Fonte: www.federfarma.it

Ma vuoi vedere che i farmaci con ricetta fanno gola alla gdo perché promozioni e sconti non sono più i “buttadentro” di un tempo? E’ il dubbio che sorge a mettere assieme l’ultima uscita dell’accoppiata Altroconsumo-Conad – un aggiornamento della solita ricerca comparativa sui prezzi praticati da farmacie e supermercati sui Sop-Otc– e alcuni dati proposti mercoledì da un articolo del web-magazine Retailwatch. Che non lesina critiche alla gdo: troppe promozioni fatte male, è l’accusa, tanto che messe assieme le evidenze di diverse ricerche di mercato, si scopre che tra gli italiani crescono scetticismo e disaffezione: il 60% dei consumatori ritiene che le promozioni siano molto simili in tutte le insegne; il 50% pensa che la promozione spinga ad acquistare prodotti inutili; il 37% è convinto che gli sconti vengono applicati su prodotti in scadenza; il 36% non ricorda alcun prezzo quando fa la spesa; il 30% osserva che spesso i prodotti in promozione sono esauriti.

Per la rivista, è la conferma che «al consumatore queste promozioni non piacciono». Per le farmacie, è un’ulteriore prova delle reali mire della gdo, che vuole la fascia C sui suoi scaffali perché crede non nel valore delle persone (come scrive Conad in un recentissimo annuncio) ma nel valore degli ingressi. «Per loro il farmaco è soltanto un bene-civetta» commenta la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «che serve a contrastare la crescente disaffezione del pubblico e la riscoperta del commercio di prossimità».

Ma la crisi di sconti e promozioni è un segnale anche per quelle farmacie che insistono a replicare le politiche di pricing della grande distribuzione. «E’ vero, siamo all’overdose» ammette Nicola Posa, senior partner di Shackleton Consulting «un’over dose che in certe farmacie si traduce nella formula “cestone mon amour”, come se il cestone sostituisse il consiglio». Il problema, però, è che indietro non si può più tornare: «Il consumatore ormai è stato abituato alle promozioni» continua Posa «quindi smettere di farle è impensabile. Piuttosto, se ne devono fare di meno e di maggiore qualità, il che significa anche comunicarle meglio. E poi si possono imboccare altre strade, perché il reclutamento non si fa sulle promozioni ma sul consiglio e sul servizio. Vedi Carrefour, che ha lanciato di recente l’apertura h24 in 175 punti vendita. E sta dando buoni risultati». (AS)