Fonte: www.farmacista33.it

Prevenire l’emicrania, farmaci innovativi anti-Cgrp verso l’approvazione Fda È in fase finale di sperimentazione e approvazione negli Stati Uniti una serie di nuovi farmaci che risultano in grado di prevenire l’emicrania episodica e cronica. Lo si è visto a Boston, durante il 59° incontro scientifico annuale dell’American Headache Society (AHS), nel corso del quale sono stati presentati svariati studi clinici che comprovano l’efficacia e la sicurezza degli anticorpi iniettabili mirati al peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp). In effetti, la nuova classe di trattamento mostra dati convincenti che bloccando la pathway del Cgrp si impedisce l’insorgenza degli attacchi di emicrania. Più precisamente uno di questi anticorpi, erenumab, agisce bloccando il recettore del Cgrp mentre gli altri farmaci – fremanezumab, eptinezumab e galcanezumab – si legano direttamente al Cgrp, inibendolo.

Questi farmaci sono il primo trattamento preventivo dell’emicrania basato sui meccanismi di insorgenza del disturbo, sviluppati specificamente per la malattia. È noto infatti che i livelli di Cgrp aumentano durante l’emicrania episodica e cronica e causano dolore e disabilità. Sono stati più di 20 gli abstract accettati a Boston sugli anticorpi anti Cgrp, inclusi i principali studi di fase 3 per i diversi composti che, a seconda dei casi, sono somministrati per via endovenosa o sottocutanea. In uno dei trial di fase 3, quasi 1.000 pazienti con emicrania episodica sono stati assegnati in modo randomizzato a una di due dosi di erenumab o a placebo per sei mesi.

Metà dei pazienti che hanno ricevuto iniezioni mensili della dose più elevata di erenumab hanno registrato una riduzione del 50% del numero di attacchi emicranici, ha dichiarato Peter Goadsby, docente di neurologia al King’s College di Londra e all’Università della California a San Francisco. Anche in studi separati di fase 2 volti a testare la sicurezza del farmaco nei pazienti con emicrania cronica, erenumab è risultato associato a pochi attacchi. Riguardo gli altri tre farmaci, i ricercatori hanno riportato i risultati delle prove di fase 2 che hanno verificato la sicurezza delle rispettive molecole. In tutti i casi, comunque, i pazienti hanno riferito un maggior numero di giorni senza emicrania. Effetti collaterali (come variazioni della pressione arteriosa o un potenziale danno epatico) secondo i ricercatori non hanno mai costituito reali problemi. Inoltre, i farmaci hanno dimostrato di iniziare ad agire già alla prima settimana di trattamento e, in alcuni casi, i pazienti sono stati anche in grado di fare a meno di altri farmaci. «Siamo in un vero e proprio spartiacque rispetto alla prima classe di trattamenti emicranici» ha commentato Goadsby. «L’ampiezza dei dati evidenziati nella riunione scientifica annuale dell’AHS supporta l’efficacia e la tollerabilità delle terapie basate sul Cgrp ed è fortemente incoraggiante, fornendo anche speranza per i pazienti che continuano a lottare nonostante la gamma di trattamenti attualmente disponibili».