Di Mauro Miserendino | PharmaRetail.it

Su 31,5 milioni di utilizzatori web in Italia, 11 valutano l’acquisto di beni e servizi on line e 20,5 tirano fuori la carta di credito, con una crescita del 43 per cento rispetto al 2012. I mutamenti nel consumatore potrebbero complicare la vita ai venditori al dettaglio; la Grande distribuzione ricorre sempre più a piattaforme userfriendly, profila il cliente dopo avergli chiesto l’ok a geolocalizzarlo su Iphone o Ipad, e interagisce con lui ovunque; il retail meno. Il dato emerge dalla ricerca Osservatorio Multicanalità 2016 della School of Management del Politecnico di Milano elaborata con Nielsen, Connexia e Hubility. I dati sulla capacità di un panel di aziende italiane di profilare i consumatori e promuoversi dicono che aziende di utilities e retail al più differenziano le info raccolte sul web per mirare campagne, mentre banche e Gdo presentano più capacità di interazione. Giuliano Noci, ordinario strategia e marketing al Politecnico di Milano vede il pericolo che il “Largo consumo” scavalchi i venditori al dettaglio per i prodotti per i quali oggi si fa intermediare. Intanto crescono le consulenze di web manager a imprese che realizzano show room virtuali, portano all’interno la distribuzione, parlano on line a info-shoppers ed e-shoppers. I primi si affacciano al carrello virtuale per poi rivolgersi al punto vendita, e sono in calo; i secondi acquistano viaggi (89 per cento) elettrodomestici (85 per cento) beni casa, alimentari (50 per cento) e fashion.

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Quattro i profili e-shopper: i pragmatici, 23 per cento del totale, al 57 per cento maschi giovani che vogliono risparmiare tempo, acquistano da mobile, comprano di tutto; gli everywhere, 27 per cento del totale, più “ricchi”, cercatori di tecnologia e lusso; i cherry pickers, 25 per cento, spesso donne, che non riescono a procurare il prodotto con altri canali di vendita; e i money savers, che nel web cercano il miglior rapporto qualità-prezzo.

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