Fonte: www.f-online.it| 25/07/2016
La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea, con la quale, tuttavia, mantiene strettissimi rapporti sia commerciali, figli dell’adesione all’Area Economica Europea (Eea), che politici, in quanto parte firmataria della Convenzione di Schengen. Il mercato farmaceutico norvegese vanta 3 grossisti principali attraverso i quali si snoda tutta la distribuzione del Paese. Oltre a questi, alcuni produttori selezionati hanno diritto a operare anche come grossisti per i propri prodotti, così come i grossisti di generi alimentari sono autorizzati a distribuire farmaci non su prescrizione ai Lua-outlets. I Lua-outlets sono punti vendita di diversa natura, dal negozio di alimentari al benzinaio, la cui offerta merceologica comprende anche i parafarmaci. L’idea di portare il mercato del farmaco da banco al di fuori dalle farmacie nasce dalla volontà di aumentare la concorrenza e quindi spingere i prezzi verso il basso e si realizza con l’attuazione della relativa disposizione nel 2003. I punti vendita del parafarmaco devono comunque seguire alcuni obblighi, ad esempio devono garantire un’offerta merceologica minima e hanno alcune restrizioni su vendita, marketing e disposizione dei medicinali.
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Dal 2001 in poi la progressiva deregolamentazione del settore farmaceutico, che prima era fortemente regolamentato, ha portato all’eliminazione di ogni vincolo preesistente: oggi anche chi non è farmacista può aprire un presidio dove vuole, con il risultato che dal 2001 al 2013 il numero di farmacie è praticamente raddoppiato, con una particolare concentrazione nei distretti centrali. Tuttavia, come poteva essere prevedibile, a guadagnarci non è stato il libero professionista del farmaco ma i colossi del settore, tanto che oggi l’80% delle farmacie sono di proprietà delle 3 grosse catene che dominano il mercato: Vitus Apotek AS, Alliance Apotek e Apotek 1, la cui attività di ciascuna è integrata in maniera verticale con i 3 distributori principali, rispettivamente Norsk Medisinaldepot AS, Alliance Healthcare AS e Apokjeden Distribusjon AS. A detta dell’Nca, questo tipo struttura verticale integrata ha reso il mercato “impenetrabile” ad altri imprenditori.

In ogni caso, per l’apertura di nuovi presidi rimangono le restrizioni per i medici e le industrie del settore. Anche le farmacie ospedaliere sono aumentate nell’ultimo decennio, tuttavia non esiste una reale competizione tra territoriali e ospedaliere perché il target è diverso: la territoriale dispensa principalmente ai singoli pazienti mentre le spese dell’ospedaliera sono legate alla sanità regionale. Il prezzo dei farmaci di marca sotto brevetto venduti su prescrizione è regolato dalla Norwegian Medicine Agency (Noma) che determina il cosiddetto prezzo di acquisto in farmacia (pharmacies purchase price – PPP) calcolato come media dei 3 più bassi PPP di diversi Paesi europei e in particolare: Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Regno Unito, Austria, Belgio, Irlanda e Olanda. Il prezzo di vendita al dettaglio in farmacia (PRP), invece, si ricava sommando al PPP il mark-up della farmacia sulla singola scatoletta. Se la farmacia riesce ad ottenere un prezzo di acquisto (PPP) inferiore al prezzo massimo di acquisto, i frutti di questo sconto devono essere divisi con il consumatore finale, dunque la farmacia deve impostare un prezzo al dettaglio inferiore rispetto al prezzo massimo al dettaglio.

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