Di Rossella Gemma| Farmacista33.it
Svolta all’interno del colosso farmaceutico Pfizer, che ha deciso di bloccare l’utilizzo dei propri medicinali per le iniezioni letali usate dagli Stati che applicano la pena di morte. Anche se già 20 case farmaceutiche europee e americane avevano annunciato iniziative simili, la decisione Pfizer è considerata una pietra miliare, visto che il colosso mondiale è in grado di dettare la strada per il settore.
«Accolgo con compiacimento la notizia arrivata dagli Usa – ha dichiarato il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), componente Commissione Sanità Senato – e penso che questa decisione, proveniente da uno dei più grandi gruppi farmaceutici del mondo, potrà rappresentare un punto di svolta nell’affermazione dei diritti umani e un passo in avanti verso la moratoria sulle esecuzioni capitali che, purtroppo, vengono ancora praticate in molti Stati». Sostanzialmente, imponendo controlli più stringenti nella distribuzione dei suoi farmaci, la società americana punta a far sì che nessuno dei prodotti sia usato nelle iniezioni letali. Negli ultimi anni, sempre per evitare di essere associate con la pena di morte, molte case farmaceutiche avevano già vietato la vendita dei loro prodotti ai penitenziari.

«Certo, rendere praticamente impossibile eseguire la pena di morte per iniezione letale – avverte Lettieri – non vuol dire automaticamente che gli Stati in cui è prevista la pena capitale non possano ricorrere ad altri mezzi. Ma la posizione espressa da Pfizer, contribuisce senza dubbio a risvegliare le coscienze e a porre all’attenzione dell’opinione pubblica anche i risvolti terribili di questa pratica brutale e disumana». In effetti, è noto che da tempo alcuni Stati americani hanno cercato di importare medicinali non approvati dalla Federal Drug Administration dall’estero, anche se i loro tentativi sono stati spesso fermati dagli agenti federali che hanno bloccato e sequestrato le sostanze. La mancanza di farmaci letali nei penitenziari ha comunque costretto molti Stati a sospendere le esecuzioni a morte per mesi se non più a lungo. Nel 2015 si è assistito a un vero crollo del numero delle esecuzioni e delle condanne, scese negli Stati Uniti a livelli non visti da quaranta anni. «Non è una novità – conclude il senatore Lettieri – che alcuni test effettuati con nuovi farmaci per le pene capitali abbiamo spesso portato a risultati negativi con il conseguente ricorso da parte delle società no profit per i diritti umani, alla giustizia contro gli Stati interessati».