Fonte: www.pharmaretail.it

Lo scenario della diagnosi precoce e degli screening preventivi sta rapidamente mutando, di pari passo con la straordinaria velocità dell’evoluzione tecnologica. Un’evoluzione tale da poter estendere l’applicazione di metodiche diagnostiche da sempre limitate al settore medico od ospedaliero anche all’ambito della farmacia.

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale
Sono ormai vari anni che il perfezionamento degli algoritmi di elaborazione delle immagini radiologiche (incluse indagini quali Tac, risonanza magnetica e Pet) ha migliorato la specificità e la sensibilità di queste metodiche, ovvero la loro accuratezza diagnostica. Un drastico cambiamento, anche nella rapidità di refertazione dei tantissimi esami eseguiti ogni giorno, sta ora emergendo grazie all’implementazione di software di intelligenza artificiale (AI) – basati sul concetto delle reti neurali – i quali sono in grado di “interpretare” le immagini acquisite riconoscendo i “pattern” (ossia le forme visive caratteristiche) delle patologie. L’esempio più avanzato, in questo senso, consiste nella dermatoscopia per il riconoscimento precoce dei tumori cutanei, e in particolare dei nevi sospetti di degenerazione in melanomi.

Dai grandi computer agli smartphone

L’ulteriore passo in avanti, di cui si registrano progressi ogni giorno, sta nel fatto che, grazie a Internet e all’evoluzione della telefonia mobile, questo tipo di attività continua a evolversi e ampliarsi, divenendo praticabile ovunque: dal letto del paziente in ospedale e – nell’ottica di trasmettere i dati a uno specialista in remoto – dal medico di famiglia presso il domicilio del paziente e anche (eccoci al dunque) dal farmacista, punto di riferimento sul territorio quale primo contatto per il cittadino per la facilità di accesso agli esercizi data la capillarità della loro rete. Non si tratta di qualcosa di futuribile. Grandi colossi dell’informatica come Google, Microsoft e IBM stanno trasformando con questa filosofia gli smartphone, i laptop e i tablet in apparecchi diagnostici polifunzionali in grado, attraverso specifiche app connesse via cloud a elaboratori centrali più potenti, di valutare – per esempio – il fondo dell’occhio attraverso la pupilla senza il ricorso a midriatici e di prevenire il rischio di cecità in pazienti diabetici grazie al riscontro precoce e “automatico” di alterazioni della microvascolatura retinica.

Le prospettive in termini di economia sanitaria
È evidente che non è facile al momento prevedere con esattezza quali potranno essere le ricadute di questi rapidi sviluppi nel mondo della farmacia. Sono molte le attività di screening che, in prospettiva, potrebbero essere affidate al farmacista nel momento in cui la tecnologia consentisse di ampliare enormemente la popolazione che intende sottoporsi a un controllo affidabile in prevenzione primaria o secondaria. Gli screening effettuabili – già in sperimentazione avanzata – potrebbero riguardare patologie diffuse quali l’osteoporosi, la broncopneumopatia cronico-ostruttiva (senza ricorso alla spirometria), i tumori, la fibrillazione atriale per la prevenzione dell’ictus o ancora i test genetici. L’evoluzione degli screening in farmacia comporterebbe indubitabilmente tre vantaggi: fornire buone possibilità commerciali per il farmacista, consentire un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale (attraverso la diagnosi e il trattamento tempestivo di patologie oncologiche o croniche che altrimenti si tramuterebbero in costose ospedalizzazioni) e, soprattutto, offrire un’importante possibilità aggiuntiva di salute grazie all’affidabilità della diagnosi e alla poca o nulla invasività dei test.