Di Rossella Gemma| Farmacista33
Vaccinazioni, antibiotico resistenza e virus Zika. Si è snodata attraverso questi tre filoni la lunga intervista che il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi (foto) ha rilasciato a Farmacista33. E il quadro che ne viene fuori è quello di un sistema che – come lo stesso Ricciardi precisa – regge sia in fatto di controlli igienico sanitari, per esempio, negli allevamenti di animali da macello che in quanto alla capacità di affrontare una eventuale presenza del virus Zika anche nel nostro Paese. Problema a parte, invece, sui cui l’Italia dovrebbe e potrebbe fare di più è la percentuale dei bambini vaccinati, scesa ormai sotto la soglia di sicurezza. «Nonostante nel corso degli anni le vaccinazioni abbiano sconfitto determinate malattie – avverte Ricciardi – qualcuna di queste non è ancora scomparsa definitivamente. E se non ci si vaccina possono ritornare a circolare in maniera incontrollata». Ricciardi ricorda, infatti, come proprio per l’abbassamento di questa copertura vaccinale fra i più piccoli, malattie come la difterite che non si vedeva più da 50 anni e malattie mai del tutto eradicate, come il morbillo, stanno tornando a mietere vittime tra i bambini non vaccinati. Così come per la pertosse. «Sono tutte malattie per cui disponiamo di vaccini del tutto sicuri – precisa Ricciardi – e che vanno fatti per proteggere, paradossalmente, anche chi il vaccino non può farlo per seri motivi». Il riferimento è ai 6.500 bambini e adolescenti che, nel nostro Paese, sono affetti da patologie come l’immunodepressione o la leucemia e che, pertanto, non possono essere vaccinati. «In questi casi – aggiunge Ricciardi – se la vaccinazione di tuti gli altri arrivasse alla soglia del 95%, anche questi sarebbero protetti e potrebbero andare a scuola tranquillamente senza rischiare ogni giorno la vita». Per il presidente dell’Iss, insomma, ci sono molte motivazioni etiche e scientifiche per cui oggi vaccinare è davvero un imperativo morale oltre che scientifico. Ed è proprio per questa sicurezza collettiva, che Ricciardi si dice assolutamente favorevole al ripristino dell’obbligatorietà alle vaccinazioni per chi frequenta la scuola pubblica. «Nel 1999 il Parlamento decise di sospendere questo obbligo, perché le coperture vaccinali erano oltre il 99%. Ma oggi, diversamente da allora, siamo scesi al di sotto della soglia di sicurezza, che è del 95%, e per alcune malattie (morbillo, rosolia, parotite) non superiamo l’80%». Ma Ricciardi sgombra anche il campo da qualsiasi accusa, rivolta spesso al ‘sistema salute’, di spingere sui vaccini per agevolare le case farmaceutiche. “In maniera trasparente dobbiamo collaborare con le industrie farmaceutiche affinché lo Stato possa pagare al giusto prezzo questi vaccini, ma aggiungo anche che le imprese del farmaco non fanno i grandi profitti con i vaccini, ma con i farmaci. La somma infatti che si spende in vaccini è pari a 250 milioni di euro, cioè meno del quinto antibiotico più venduto”. E una rassicurazione Ricciardi la fa anche in merito agli effetti collaterali, tirati sempre più spesso in ballo da chi porta avanti battaglie contro i vaccini. «Un’accurata visita del medico e una corretta anamnesi sulla storia del bambino e della famiglia – conclude Ricciardi – riducono al minimo i rischi di shock anafilattico. All’Iss abbiamo un database di 9milioni di vaccinati dal quale risulta che solo 5, negli ultimi 20 anni, hanno avuto forme di intolleranza grave al vaccino. Ma di vaccini non è mai morto nessuno e non si è mai ammalato nessuno in modo grave, dolore al sito d’inoculo e febbre gli effetti collaterali più frequenti»”.

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Antibiotici, occhio alle prescrizioni
E dopo i vaccini, capitolo altrettanto importante per Walter Ricciardi, quello dell’antibiotico resistenza che – secondo il presidente dell’Iss – trae origine tanto dall’eccessivo consumo di antibiotici tra i cittadini, quanto dall’assunzione indiretta che passa attraverso la carne, a sua volta proveniente da bestie che li hanno assunti. «Purtroppo in Italia è sempre più frequente quel fenomeno che va sotto il nome di ‘left over’ e che prevede l’assunzione del medicinale lasciato in casa da un altro familiare a cui era stato prescritto. Ma c’è anche la responsabilità – avverte Ricciardi – di alcuni medici che prescrivono l’antibiotico con troppa leggerezza». Una confezione ‘a misura’ di paziente, potrebbe essere una valida soluzione. «I Paesi che hanno sperimentato questa procedura e cioè la Gran Bretagna e l’Olanda, sono anche quelli dove si consumano meno antibiotici. Da noi non è consentito per legge, ma insieme al ministero della Salute, ad Aifa e al Parlamento credo bisognerà iniziare ad ipotizzare anche soluzioni di questo tipo». Ma non è da sottovalutare, anche l’eccessivo utilizzo di antibiotici in ambito veterinario, sebbene «il sistema di controlli igienico-sanitari italiano – precisa Ricciardi – è uno dei migliori al mondo perché dentro il Ssn». Ad essere messi, infatti, negli ultimi tempi sotto l’occhio del ciclone, sono proprio alcuni allevamenti di ovini e suini in condizioni igienico-sanitarie discutibili. Ma Ricciardi precisa: «Il sistema di controllo da parte dello Stato regge, poi ci sono le regioni e le aziende sanitarie locali che possono funzionare meglio o peggio. Il sistema, nella sua globalità è un sistema che funziona». Per Ricciardi, però, sarebbe opportuno che gli stessi allevatori fossero formati e informati adeguatamente per tenere gli animali in condizioni adeguate. «Nel momento in cui questo non si verificasse – conclude Ricciardi – allora dovrà essere il sistema centrale a reprimere, avendo però le forze per farlo».

Zika, in Italia rischio basso
Sotto controllo in Italia, a detta del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, il virus Zika. «L’Italia si è mossa immediatamente e il ministero della Salute ha attivato tutta una serie di fonti di sorveglianza e di informazioni generali sia per la popolazione sia per gli atleti che andranno alle olimpiadi del Brasile. Le donne incinte e quelle che hanno in programma una gestazione – avverte Ricciardi – non devono recarsi in questi Paesi». Il rischio, insomma, nel nostro Paese è molto basso ma non pari a zero, «perché siamo un Paese caldo dove comunque le zanzare ci sono, anche se non le stesse che in America latina trasmettono Zika». Di sicuro, il Ssn sarebbe pronto ad affrontare l’emergenza. «Zika ci preoccupa ma non è un’emergenza nel vero senso della parola. Non abbiamo centinaia di casi, anche se purtroppo i danni sono soprattutto per i nascituri e per i bambini molto piccoli. Ma l’Italia è assolutamente pronta sia dal punto di vista della diagnosi che della cura, come ha fatto anche per Ebola che era invece molto più inquietante». Nell’intervista con DoctorNews33, Walter Ricciardi lancia poi un appello a tutte le amministrazioni comunali, affinché facciano delle accurate disinfestazioni per eliminare, quanto più possibile, le zanzare comuni e quindi anche quelle eventuali portatrici del virus. «Ancora siamo in tempo per disinfestare, mi auguro che le nostre sollecitazioni agli enti locali trovino attuazione».

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