Tra i capisaldi del protocollo la riorganizzazione delle cure primarie, il rinnovo sinergico delle convenzioni e il rafforzamento della collaborazione tra professioni. Impegno anche a creare “le condizioni per la prescrizione e per la dispensazione dei farmaci innovativi, e dei vaccini da parte dei due professionisti”. IL PROTOCOLLORiorganizzazione cure primarie, convenzioni in sinergia e rafforzamento delle attività tra medici di famiglia e farmacia. Questi i capisaldi del nuovo protocollo d’intesa firmato da Fimmg e Federfarma.

“Il medico di medicina generale e la farmacia – si riafferma nel protocollo . sono due presidi sanitari indispensabili su cui incentrare l’assistenza primaria e sono i principali punti di riferimento per i cittadini sul territorio”.

Obiettivo dell’intesa è considerare la collaborazione tra le due figure professionali un elemento essenziale per la riorganizzazione delle cure primarie e si sottolinea che “la prescrizione e la sostituibilità di un farmaco, quando opportuna o necessaria, devono rientrare nelle rispettive competenze professionali dei medici e dei farmacisti nell’interesse del cittadino.”

Con l’accordo si fissano poi alcuni specifici obiettivi da raggiungere congiuntamente: la riorganizzazione delle cure primarie deve essere incentrata sul medico di medicina generale e sulla farmacia; le rispettive Convenzioni devono essere rinnovate rapidamente e contestualmente affinché ciascuna possa tenere conto di quanto previsto dall’altra ed essere coordinate tra loro per garantire la sinergia tra le attività; i rapporti tra medico di medicina generale e farmacia devono essere rafforzati tenendo conto proprio dell’evoluzione dei modelli assistenziali nel rispetto della complementarietà dei ruoli.

“Negli ultimi anni entrambe le figure si trovano a descrivere il proprio ruolo professionale in contesti in rapida evoluzione in cui si ha necessità di rendere la spinta dell’innovazione, indispensabile per il sistema nel suo insieme, funzionale a un miglioramento dell’offerta assistenziale che, nel contempo, preservi e rafforzi il ruolo svolto” si legge nel protocollo d’intesa che tocca anche “il tema della tutela delle rispettive scelte professionali”.

“L’eccesso di regole, giustificate dalla ricerca di una presunta appropriatezza, che si stanno determinando nell’area sanitaria rappresenta un potenziale elemento di fragilità perché, invece di agire sulle valutazioni dei professionisti, svuota di fatto il contenuto professionale del loro agire. Il percorso legato alla scelta del farmaco, fatto da ciascuno dei due professionisti – prosegue il documento – deve essere frutto di un confronto tra i due operatori garantendo la valorizzazione dei rispettivi ruoli professionali nell’interesse del cittadino”.

In questa ottica l’accordo prevede anche che Fimmg e Federfarma si impegnino a creare “le condizioni per la prescrizione e per la dispensazione dei farmaci innovativi, compresi i farmaci biologici e biosimilari, e dei vaccini da parte dei due professionisti.”

“Con l’intesa siglata oggi – afferma il Segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo – abbiamo voluto aggiungere valore a due figure professionali alle quali da sempre i cittadini si rivolgono con fiducia. Per questo vogliamo che gli assistiti siano sempre più in grado di comprendere il valore di informazioni e competenze professionali volte a minimizzazione il rischio di errori nell’assunzione del farmaco. Informazioni – conclude Milillo – che solo chi possiede le dovute competenze è in grado di interpretare e tradurre in consigli utili per la tutela della salute del cittadino”.

“L’intesa rafforza la collaborazione tra medico di medicina generale e farmacia con l’obiettivo di dare ai cittadini una assistenza migliore – osserva il Presidente di Federfarma Annarosa Racca – grazie a nuovi modelli di relazione tra i due principali referenti per la salute a disposizione dei cittadini sul territorio con una maggiore sinergia tra i due ruoli professionali-assistenziali e il loro rafforzamento. Per Racca l’attività congiunta consentirà di accelerare il processo di territorializzazione dell’assistenza sanitaria, rendendo più agevole l’accesso alle prestazioni da parte dei cittadini, soprattutto di più quelli fragili che maggiormente necessitano di essere seguiti e “presi in carico” nel percorso terapeutico.”
28 aprile 2016