di Attilia Burke | Farmacista33.it
La nuova convenzione farmaceutica non può essere intesa come un semplice “rinnovo” della precedente, ma bensì la definizione di un nuovo quadro in cui devono essere riassegnati ruoli, compiti, collaborazioni, strategie e remunerazione in modo tale che il “Sistema farmacia” si sviluppi in modo sinergico con il Servizio sanitario nazionale. Con queste parole il coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni Antonino Saitta parlando con Farmacista33 rende nota la posizione della Commissione sulla questione rinnovo della convenzione farmaceutica, in discussione proprio in questi giorni. «Certamente nel nuovo quadro» precisa «devono trovare spazio tutti quei nuovi servizi alla persona, non già ricompresi e ben definiti dalla attuale convenzione, tesi ad ottimizzare le cure, favorire la deospedalizzazione, affrontare il problema della cronicità e sviluppare la medicina d’iniziativa».

 

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Nelle parole di Saitta trovano conferma alcune delle proposte avanzate da Federfarma, tra cui quella di dare maggior spazio ai nuovi servizi e di potenziare l’assistenza sul territorio favorendo dunque la deospedalizzazione. A tal proposito il presidente Federfarma Annarosa Racca, parlando con Farmacista33 ha auspicato «che si possa iniziare presto un percorso condiviso con la Conferenza Stato-Regioni perché la convenzione è importante per la farmacia e per il farmacista, un professionista il cui lavoro negli anni è cambiato e che necessita dunque di nuove prospettive e di un nuovo futuro». Un’osservazione, quella relativa al mutamento del settore, condivisa anche da Saitta che ha ricordato come «dal 1998, data di scadenza della convenzione, il settore abbia subito profonde trasformazioni sotto l’aspetto normativo, economico e assistenziale».

«A questo proposito» prosegue «è sufficiente ricordare la modifica del Titolo V della Costituzione che ha affidato alle regioni un ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica: la legge 405 del 2001, la quale oltre a consentire alle Regioni di prevedere ticket sulla spesa farmaceutica, ha decretato, di fatto, la fine del monopolio delle farmacie convenzionate nell’erogazione dell’assistenza farmaceutica nel territorio».

Saitta conclude ricordando anche che l’avvento dei farmaci equivalenti «oltre a alla significativa riduzione del prezzo dei medicinali, ha consentito l’attivazione di forme di concorrenza nel mercato farmaceutico che ha ulteriormente ridotto il prezzo dei farmaci. Nell’ultimo decennio» precisa «sono stati immessi in commercio farmaci ad elevato costo e di particolare impegno terapeutico che richiedono un ricorrente controllo e monitoraggio da parte delle strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale».