Di Attilia Burke| www.farmacista33.it

Confezioni di antibiotici con dosaggi ad hoc che variano in base al regime prescrittivo? La Legge italiana già lo prevede, ma come spesso accade, nessuno la applica. A dirlo a Farmacista33 è Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, sulla scia dell’allarme lanciato dall’Agenzia italiana del farmaco contro l’antibiotico-resistenza, un fenomeno alimentato, tra le altre cose, dalla bad practice del “left over”, ovvero la cattiva abitudine dei pazienti di iniziare terapie antibiotiche autoprescritte utilizzando le “rimanenze” di confezioni acquistate in precedenza, magari da un familiare, per altre terapie.
«Il parlamento aveva già richiesto di fare in modo che le confezioni venissero adeguate in base al regime prescrittivo – afferma Garattini – esiste una Legge italiana che lo prevede ma non viene applicata». Sulle dichiarazioni di Garattini non tarda ad arrivare il commento dell’Agenzia italiana del farmaco, così il Direttore Generale Luca Pani spiega a Farmacista33 che «l’Aifa è assolutamente disponibile, come da mandato istituzionale, a vagliare tutti i percorsi possibili nel rispetto della normativa vigente per affrontare l’emergenza globale dell’antibiotico resistenza. Forse vale la pena ricordare, per non ingenerare confusioni che si prestano ad essere strumentalizzate, che il confezionamento è una scelta del titolare dell’Aic». Tuttavia, secondo Pani quello del confezionamento ad hoc sarebbe un «falso problema», mentre quello vero sarebbe di matrice prettamente culturale: «Il vero problema è rappresentato dalla prescrizione largamente inadeguata di antibiotici e il loro utilizzo non appropriato da parte dei pazienti. Se gli antibiotici venissero assunti solo quando servono per un numero di giorni adeguato, cioè mediamente sei, la maggior parte delle confezioni (e sono d’accordo che basterebbe prescriverne una e non due) basterebbero senza lasciare rimanenze. L’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza alla terapia sono i due fattori chiave per evitare che eventuali eccedenze diano luogo al fenomeno dell’autoterapia. Ciò non toglie che sia utile esplorare tutte le misure possibili per contrastare l’insorgere delle resistenze, che è proprio ciò che stanno facendo le autorità sanitarie nazionali».

 

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Recentemente, nell’ambito del progetto europeo Arna, «sono stati presentati i dati di un sondaggio relativo all’utilizzo delle “rimanenze” (i cosiddetti left over) – afferma Pani – Nel dettaglio, su 9.313 pazienti italiani intervistati, il 9% utilizza gli antibiotici senza ricorrere a una prescrizione medica e di questi l’87% utilizza le rimanenze di confezioni di antibiotico disponibile in famiglia e dai parenti. Alla luce di quanto emerso, le autorità sanitarie, sotto l’egida del Ministero della Salute, stanno ragionando sull’idea di proporre una prescrizione degli antibiotici limitata alla terapia individuale».

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